Economia

Follia Ue: ci chiede di ridurre il debito ma vuole che spendiamo in armi

di Enrico Verga

Tra il 2 e il 3% del Pil dovrà essere valorizzato per rispettare i neo-reintrodotti paramenti debito-Pil o per la quota Nato

I costi della guerra li pagano i cittadini, sempre

La terza variabile che rischia di incidere negativamente sulla qualità della vita di ogni cittadino è la crisi ucraina: parliamo delle scelte UE di mantenere il leader attuale con armi e finanziamenti (di cui non si riesce a fare una corretta contabilità nemmeno all’ufficio del Pentagono) e investire nelle spese per la difesa Nato. È dai tempi di Obama (vincitore del record per morti collaterali per bombardamento di droni e sostenitore della guerra civile in Siria) che gli Usa lamentano la mancanza di spesa degli alleati europei, in seno alla Nato. Di fatto gli Usa sono sempre più convinti che la Nato europea dovrebbe dotarsi di un budget bastante per avere risorse militari autoctone, a cui gli Usa possono aggiungere la loro proiezione aerea e navale. 

Una visione non dissimile a quella che, già negli anni 70, predicava Edward Nicolae Luttwak nel suo libro “La grande strategia dell'impero romano”. Nell’opera Luttwak paragonava, in modo piuttosto scontato, la strategia dell’impero romano e i suoi alleati confinanti con l’impero al rapporto Usa Europa. Oggi gli Usa sono sempre più impegnati nel contenere la minaccia (definita tale dagli strateghi americani) cinese; per conseguenza le risorse per difendere il fronte europeo devono essere originate dagli alleati europei. I numerosi tentativi dell’Unione di creare un proprio esercito europeo, tema inviso dagli Usa, sono sempre falliti dai tempi di De Gaulle (grande oppositore della Nato). 

La crisi ucraina ha dato l’opportunità agli Usa di manifestare agli alleati europei la necessità di investire in armamenti e nelle quote Nato, in modo da portare tali investimenti al 2% del proprio Pil. Come italiani siamo chiamati a fare la nostra parte ed aumentare il contributo di spesa nei confronti della NATO ( si parla di circa il 1,4% del Pil): l’ordine mondiale monopolare è in pericolo, rischia di essere spazzato via da un mondo multipolare che l’Occidente, specialmente gli Usa, non possono permettersi di gestire. Alle spese NATO sono da aggiungersi le spese, questa volta comunitarie, che la UE si è impegnata a fare per costruire una scorta di armamenti, in particolari munizioni, utili sia alla difesa nazionale che alla difesa dell’Ucraina.