Economia
Fondi pensione, Covip: 2019 positivo, ma ora il vero banco di prova
Fondi pensione, Covip: 2019 positivo, ma ora il vero banco di prova. 16,2 mld di contributi, 8,3 mln di iscritti alle diverse forme di previdenza complementare
Fondi pensione, relazione Covid: 2019 positivo, 16,2 miliardi di contributi
Quest'anno la relazione Covip, l'autorità che vigila sui fondi pensione e sulle casse, fotografa un 2019 positivo prima della pandemia, con mercati finanziari stabili e buoni rendimenti. La doccia fredda del coronavirus si è già vista nelle performance del primo trimestre: i fondi negoziali - quelli frutto dell'adesione di intere aziende o categorie di lavoratori, con accordo sindacale - hanno perso il 5,2% al netto di costi e fisco, i fondi aperti (in genere quelli in cui rifluiscono professionisti e artigiani) il 7,5% e i Pip (Piani individuali pensionistici, simili ai secondi come bacino di utenza ma in genere gestiti dalle assicurazioni) il 12,1%. "Il 2019 è stato un anno positivo, ora la grande incognita è cosa succederà quest’anno. Nel primo trimestre si sono visti gli effetti sulle performance, ma quelli sono legati alla volatilità dei mercati – spiega Mario Padula, presidente Covip – mentre gli effetti sulle adesione e sulle contribuzioni risentiranno della crisi economica innescata dalla pandemia. Il forte calo del pil si rifletterà necessariamente sul mercato del lavoro e quindi sul mondo della previdenza complementare".
8,3 milioni di iscritti alle diverse forme di previdenza complementare
Il peggio però potrebbe arrivare. Il primo bilancio vero si vedrà con i dati del primo semestre. L'anno scorso è continuata la concentrazione del settore: 380 forme pensionistiche, di cui 235 fondi preesistenti (che tuttavia superano di poco le 600 mila persone). Cresce il numero degli iscritti complessivi: 8,3 milioni, il 4% in più dell'anno precedente, ma il tasso di adesione resta tutto sommato basso, solo il 31,4% della forza lavoro. I contributi raccolti nel 2019 ammontano a 16,2 miliardi di euro. Nonostante il 2019 sia stato positivo anche per i rendimenti dei fondi pensione, la crisi conseguente all’emergenza epidemiologica ha eroso nei primi tre mesi del 2020 buona parte dei rendimenti maturati nell’anno precedente. Su un orizzonte decennale (da inizio 2010 al primo trimestre 2020) il risultato rimane comunque positivo: su tale periodo, il rendimento netto medio annuo è stato del 3% per i fondi negoziali e per i fondi aperti; nei PIP si è attestato al 2,4% per le gestioni di ramo III e al 2,5 per quelle di ramo I; nello stesso arco temporale la rivalutazione del TFR si è attestata al 2%.