Francia, Macron rilancerà lo shopping delle aziende. L'analisi
Superamento delle 35 ore, 50 miliardi di investimenti pubblici e nazionalismo economico. Ecco quale sarà l'impulso di Macron all'Eliseo
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Come potrebbe cambiare l'economia francese con Emmanuel Macron all'Eliseo? Quale l'impulso in Europa? Affaritaliani.it lo ha chiesto ad Antonio Villafranca, responsabile dell'Area Europa dell'Ispi, l'Istituto per gli studi di politica internazionale.
I mercati stanno scommettendo sulla vittoria di Emanuel Macron al secondo turno delle elezioni francesi. Come potrebbe cambiare l'economia transalpina sotto la sua presidenza?
"Macron ha un programma molto liberale che pesca alcuni dei cavalli di battaglia del neogollismo. Diversamente dalla leader del Front National, Marine Le Pen, Macron sostiene che non bisogna abbassare l'età della pensione, e che bisogna concedere alle aziende maggiore libertà sulle 35 ore attraverso una contrattazione più flessibile. Promette, poi, d'investire più di 50 miliardi in tre anni per un rilancio generale l'economia e di ridurre la spesa publica agendo sul fronte degli statali, aumentandone anche la produttività".
Quand'era in carica come ministro del governo Valls, Macron era considerato uno degli ispiratori del nazionalismo economico e delle campagne estere dei campioni finanziari francesi. Con lui all'Eliseo vedremo, ad esempio, una ripresa dell'aggressività di Vivendi su Mediaset?
"Se un'azienda vuol crescere in un sistema capitalistico globalizzato, deve necessariamente esser presente sui mercati esteri. A differenza dell'Italia, la Francia ha più medie e grandi imprese che, giocoforza, guardano oltre confine. Sta poi alla politica, all'interno di un mercato unico, correggere gli effetti sociali, regionali e reddituali negativi. La globalizzazione crea crescita economica. Il problema è poi come intervenire per fare in modo che la crescita si consolidi nel tempo, evitando le disparità regionali e le disuguaglianze di reddito".
Quale potrebbe essere l'effetto dell'azione di Macron in Europa?
"A differenza della Le Pen, Macron è un europeista convinto, come dimostrano anche i commenti positivi sullo scampato pericolo che sono arrivati stamane in giro nel Vecchio Continente. il leader di En Marche! sostiene che bisogna rafforzare l'Eurozona, a partire dalla Difesa Ue anche ai fini della lotta al terrorismo".
Sulle eventuali modifiche al Patto di Stabilità, Macron è a favore dell'introduzione di un bilancio unico europeo, a fianco di un ministro delle Finanze comunitario. In linea con quanto sostiene l'italiano Matteo Renzi. Se l'ex premier tornasse al potere, questo idem sentire potrebbe portare a qualche cambiamento a Bruxelles?
"In Italia, dobbiamo capire che quando ci riferiamo a un'Eurozona più forte, a un bilancio e a un ministro del Tesoro europei, pensiamo sempre che ci sia qualcuno da cui attingere per risolvere i nostri problemi legati al debito pubblico. Ma non significa soltanto questo. Mettere in comune i conti, significa anche andare ad agire sulla nostra enorme spesa pubblica, altrimenti i tedeschi non accetteranno mai di mettere a disposizione risorse finanziarie per risolvere i problemi nazionali di altri. Avere un ministro delle Finanze dell'Eurozona significa dover coordinare le politiche economiche dei singoli Stati membri e per noi, quindi, mettere mano alla spesa corrente".
E quindi?
"Si tratta di un passaggio duro da far passare, ma inevitabile se vogliamo far fare dei passi avanti all'area della moneta unica. Un'area in grado di condividere anche un destino politico e non solo finanziario".