Economia

Gas, che caos: Macron spegne la luce e l'Algeria fatica a onorare gli accordi

Dei 9 miliardi di m3 promessi, Sonatrach potrebbe fornire appena 4 miliardi di m3. E continua a far discutere la scelta di Parigi di stoppare l'elettricità

GAs, l'algerina Sonatrach fatica a onorare il contratto con l'Italia. Eni: "Non ci risulta"

La società algerina Sonatrach avrebbe difficoltà ad onorare il contratto di fornitura supplementare di gas all'Italia. A quanto scrive Algerie Part all'Italia sarebbero stati promessi 9 miliardi di m3 di gas da fornire a partire da novembre fino a fino 2023-inizio 2024, con una crescita delle forniture di un miliardo di m3 al mese. Ma al momento Sonatrach sarebbe in grado di inviare solo 200 milioni di m3 in più a novembre. Secondo il sito, in questa settimana vi sono state tre riunioni di crisi alla Sonatrach per cercare soluzioni urgenti al problema. Dei 9 miliardi di m3 promessi, Sonatrach potrebbe fornire appena 4 miliardi di m3.

''A Eni non risulta alcuna difficoltà da parte algerina nella disponibilità presente e futura dei volumi di gas addizionali concordati, che peraltro stanno già arrivando in Italia". E' quanto fa sapere Eni in merito a indiscrezioni riportate da un sito di giornalismo investigativo. "Nell'ultima settimana - riferisce il gruppo - dall'Algeria attraverso il Transmed sono arrivati in Italia mediamente 70 milioni di metri cubi al giorno, che rappresentano circa il 36% del totale delle forniture e sono più di tre volte il flusso che è arrivato dalla Russia nello stesso periodo. Nel corso degli ultimi anni non si sono mai registrati questi livelli di flussi dall'Algeria durante il mese di settembre''.

La vicenda algerina si aggiunge a quella della Francia, con Emmanuel Macron che secondo Il Fatto Quotidiano "tira un bidone" all'Italia: si accorda con Berlino e spegne la luce al nostro paese. Il messaggio di Edf recapitato all’esecutivo Parigi vale il 5% del nostro fabbisogno era stato riportato ieri da Repubblica. "I fornitori francesi avrebbero prospettato uno stop biennale al dispacciamento di energia, con tutte le conseguenze (purtroppo negative) sulla stabilità della rete e sul mix degli approvvigionamenti. Che ora andrà rivisto. Il gruppo di controllo attivo tra esponenti del Mite e di Terna, gestore della rete di alta tensione italiana, potrebbe cercare tra le pieghe delle recenti iniziative di risparmio e aumento delle importazioni di gas le risorse per fare fronte all’eventualità. Potrebbero esserci ricadute anche sul gas naturale, la materia prima con cui si produce oltre metà dell’energia elettrica italiana".