Economia

Gas russo, l'Ue preme per lo stop ma l'Italia è già pronta da due anni

di Redazione Economia

Grazie al programma RepowerEu e grazie agli accordi con l'Algeria, il Paese può ridimensionare la dipendenza dal gas russo attraverso altre fonti

Stop al gas russo: Italia in prima linea per la sicurezza energetica

Negli ultimi tempi l'Europa ha intensificato gli sforzi per garantire la propria sicurezza energetica, con un particolare focus sul ridimensionamento della dipendenza dal gas russo. L'appello della presidente di turno dell'Unione Europea, Tinne Van der Straete, riflette ancora di più questo impegno, sottolineando l'importanza di rafforzare l'architettura energetica futura. E la posizione della Commissione Europea, come evidenziato dalla commissaria europea per l'energia Kadri Simson, è chiara: l'UE non ha intenzione di prolungare l'accordo di transito del gas russo attraverso l'Ucraina.

Bisogna prepararsi a una potenziale dipartita dalla Russia come principale fonte energetica e in questo contesto, l'Italia ha già adottato una strategia mirata a diversificare le proprie fonti di approvvigionamento energetico, riducendo così la dipendenza da Mosca. Come? Grazie al programma RepowerEu, avviato due anni fa e attraverso cui le importazioni di gas russo sono diminuite del 71%, contribuendo solo al 15% del totale delle importazioni nel 2023.

Questa strategia è stata promossa dal governo italiano, sotto la guida del premier Draghi, con lo scopo di cercare alternative al gas russo attraverso una serie di accordi, a partire da quello con l’Algeria, sfruttando la rete di relazioni del gruppo Eni. Parallelamente, si è investito anche nel potenziamento delle infrastrutture gas, con Snam al timone per garantire così la sicurezza degli approvvigionamenti.

I risultati di questa strategia sono evidenti e proprio in merito il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha recentemente evidenziato che l'Italia ha quasi completamente ridotto la sua dipendenza dal gas russo in soli due anni, passando dal 38% del 2021 al 4% del totale importato nel 2023. Al contempo, aggiunge il Ministro: "Si è registrata una crescita dell’importazione di gas algerino dal 28% al 36% e dell’importazione di Gnl dal 13% al 26%, sempre rispetto al totale del gas importato», ha chiarito il titolare del Mase. Che ha poi ricordato anche l’insieme delle misure adottate per contenere la domanda «con un risparmio di gas, confrontato con la media degli ultimi 5 anni, pari al 19% tra agosto del 2022 e gennaio 2023 e del 15% tra aprile e dicembre 2023."

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Questo trend si riflette anche nei primi mesi del 2024, con l'Algeria che rappresenta al momento il principale fornitore di gas per l'Italia. Infatti secondo i dati di Snam riportati dal Sole24Ore, il gas proveniente dall’Algeria attraverso lo snodo di Mazara del Vallo abbia rappresentato a febbraio il 21% dei flussi medi giornalieri in arrivo in Italia, seguito dal 13% del Tap e dal 10% di Passo Gries, che rappresenta il canale di transito del gas garantito dal Nord Europa. Quanto al metano russo, i flussi medi giornalieri si sono attestati al 5%, a conferma della capacità dell’Italia di fronteggiare i tagli decisi da Mosca. L’altro dato riguarda il riempimento degli stoccaggi, attualmente al 54%.