Economia
Genova, da Spinelli ad Aponte: ecco tutti i gruppi che operano nel porto
Le indagini della Procura di Genova hanno scoperto gruppi industriali e imprenditori che cercavano di influenzare i progetti infrastrutturali a loro favore
Da Spinelli alla Msc di Aponte, da Gavio a Grimaldi, ecco tutti i gruppi che operano nel porto di Genova
L'indagine in corso sull'imprenditore Aldo Spinelli, accusato di corruzione in Liguria, ha gettato luce sulla situazione attuale del porto di Genova, con il rischio concreto di rallentare o addirittura interrompere numerose iniziative infrastrutturali in corso. Secondo Milano Finanza, dopo il disastro, le autorità locali e nazionali si sono trovate di fronte alla necessità di affrontare un'urgente ricostruzione, ma anche di ripensare l'intera infrastruttura portuale per garantire la sicurezza e il futuro sviluppo della zona. Questo ha comportato un'ampia serie di iniziative infrastrutturali, accompagnate da un'intensa attività di pianificazione e regolamentazione. Tuttavia, dietro questa spinta alla ricostruzione si celava una complessa rete di interessi economici e politici. Le indagini condotte dalla Procura di Genova hanno rivelato la presenza di importanti gruppi industriali e imprenditori che cercavano di influenzare i progetti infrastrutturali a loro vantaggio.
Durante l'indagine sono emerse controversie riguardanti la gestione delle opere "post-Morandi" e l'assegnazione di appalti pubblici. In particolare, ricostruisce Milano Finanza, il ruolo del commissario straordinario Marco Bucci è stato oggetto di critiche, con accuse di favoritismo e incoerenza rispetto agli obiettivi di ripresa e sviluppo del porto. Inoltre, si è scoperto che Grandi Navi Veloci è stata coinvolta in una disputa con Spinelli riguardante l'area ex carbonile Enel nel porto di Genova, estesa per circa 15.000 metri quadrati. Tale controversia è stata facilitata dal fatto che Msc aveva interesse ad acquisire una quota del Gruppo Spinelli (anche se alla fine il 49% è stato venduto a Hapag Lloyd), e entrambe le parti hanno sostenuto con forza il progetto di spostamento della nuova diga per accogliere le grandi navi di ultima generazione in banchina.
Nonostante Msc abbia consolidato una solida presenza sotto la Lanterna, controllando diverse aziende, tra cui i rimorchiatori portuali e Stazioni Marittime, e con le sue compagnie di navigazione attive in vari settori, le sue grandi navi portacontainer sono costrette ad ancorare presso i terminal di Psa. Una situazione analoga si verifica al La Spezia Container Terminal, dove Msc detiene una quota di minoranza (il 60% è in mano a Contship Italia). In passato, sono sorte controversie poiché Msc avrebbe richiesto un trattamento preferenziale rispetto ad altre compagnie di navigazione.
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Msc, spiega MF, aveva inizialmente pianificato l'acquisto del Terminal Darsena Toscana di Livorno da Schenone e dai fondi Infracapital e Infravia. Tuttavia, l'Autorità Antitrust ha bloccato l'operazione e alla fine il terminal è stato acquisito da Grimaldi Group. Questa situazione potrebbe ripetersi anche per il Terminal San Giorgio di Gavio a Genova, oggetto di un'acquisizione da parte di Ignazio Messina & C. (partecipata al 49% da Msc). Tuttavia, l'Autorità Antitrust ha espresso preoccupazioni riguardo all'impatto significativo sull'effettiva concorrenza nel mercato dei servizi terminali per merci su rotabili e in alcuni mercati verticalmente collegati al trasporto marittimo di merci su rotabili. Grimaldi Group, chiosa MF, ha agito per bloccare questa vendita, considerandola una mossa per estrometterlo dal porto di Genova, favorendo così i traffici di Messina, ma soprattutto di Gnv, e ha utilizzato tutte le azioni legali e politiche a sua disposizione per farlo.