Economia

Germania, cresce il pessimismo delle imprese e l'economia rallenterà

Era uno dei dati importanti che il mercato aspettava. Soprattutto in Borsa per capire se il rimbalzo di tutti gli indici azionari della scorsa settimana avrebbe potuto costituire un floor (un pavimento, ndr) alla caduta delle Borse dopo un inizio d'anno alquanto turbolento. L'Ifo, uno del principali barometri della fiducia delle imprese in Germania, è calato a febbraio più del previsto (a 105,7 punti dai 107,3 punti di gennaio e sotto gli attesi 106,7 punti). Un dato in calo per il terzo mese consecutivo, dimostra che, soprattutto nel settore manifatturiero (della prima economia d'Europa), le aziende tedesche sono sempre più pessimiste sull'outlook economico delle Germania e che la crescita di Berlino è destinata a rallentare nel 2016. L'indicatore relativo alle condizioni attuali si è attestato a 112,9 punti mentre quello sulle aspettative è sceso a 98,8.

Nel frattempo il Pil tedesco è cresciuto dello 0,3% trimestre su trimestre nel quarto trimestre, anno su anno. l dettaglio, sottolineano gli economisti di Intesa Sanpaolo, "segnala che il principale motore di crescita è stata la domanda interna (+0,8% trimestre su trimestre)", sostenuta ancora dai consumi (+0,3%  trimestre su trimestre, in rallentamento però dal +0,6% del terzo trimestre) e da una ripresa degli investimenti (+1,5%  trimestre su trimestre). Anche le costruzioni sono in forte accelerazione (+2,2% trimestre su trimestre, da -0,2% del terzo trimestre). La spesa pubblica è solida, con un incremento dell'1% trimestre su trimestre, dopo il +0,5% nel terzo trimestre. Il contributo del canale estero è però negativo (-0,6% trimestre su trimestre l'export, +0,5% trimestre su trimestre l'import).

L'Ifo sotto le attese e il Pil del quarto trimestre sono segnali che indicano un probabile rallentamento dell'economia della Germania nel 2016, dice Jennifer McKeown, economista senior di Capital Economics, che si aspetta una crescita di Berlino intorno all'1% quest'anno rispetto al +1,4% del 2015. L'esperta avverte pero' che ulteriori indicazioni negative nei dati prospettici potrebbero aumentare i rischi al ribasso sulla sua previsione, già al di sotto delle attese del consenso. Dopo la pubblicazione dell'indice Ifo, il cambio euro/dollaro è sceso sotto 1,10 e ha aggiornato il minimo intraday a 1,0992. La moneta unica e' inoltre vicina ai minimi da 3 anni nei confronti dello yen. Segno che il mercato ritiene che i dati deboli tedeschi saranno di aiuto al presidente della Bce Mario Draghi nel meeting di marzo per aprire la terza fase del quatitative easing