Economia

Google, il gigante che vacilla: l'accordo con Apple in pericolo

Washington contro Google: accusa di monopolio sui motori di ricerca

GOOGLE, VACILLA L'ACCORDO CON APPLE

“Codice rosso”, così secondo il Wall Street Journal viene chiamata all’interno di Google l’indagine del Dipartimento della Giustizia. Una mossa che fa vacillare l’accordo tra Google e Apple sul motore di ricerca incorporato nel browser Safari. Una gigantesca fonte di traffico per il gigante del search box. Un patto che potrebbe svanire di fronte alle obiezioni dell’Antitrust e dare un colpo ai fatturati di Google che, come mostrano le trimestrali pubblicate durante il coronavirus, soffrono per le fonti di ricavi non diversificate e de facto tutte basate sulla potenza - e assenza di concorrenti - del motore di ricerca. L’accordo vale oltre dieci miliardi di dollari, la metà del traffico di Google verrebbe da Apple, il 15-20% dei ricavi ddi Apple sono frutto dell’accordo con Google. Incrocio ricco. E per il Dipartimento della Giustizia pericoloso per la concorrenza.

GOOGLE, "MONOPOLIO MANTENUTO ILLEGALMENTE"

Negli Stati Uniti il dipartimento di giustizia presenterà davanti al tribunale federale di Washington D.C. un provvedimento contro Google. L’accusa a Google che è una divisione della holding Alphabet, è di mantenere illegalmente il proprio monopolio sui motori di ricerca attraverso accordi e contratti commerciali esclusivi che tagliano fuori la concorrenza. Questa potrebbe essere una vittoria per il governo federale potrebbe cambiare il volto di una delle più note ed importanti aziende americane e ridefinire la Internet economy.  I contratti sotto accusa comprendono i pagamenti di miliardi di dollari fatti da Google nei confronti di Apple, affinché l'azienda fondata da Steve Jobs mantenga Google come motore di ricerca predefinito sugli iPhone. Il Dipartimento, tra l'altro, sosterrà che Google, che controlla circa l'80% del mercato dei motori di ricerca negli Usa, ha siglato accordi con i produttori di telefoni cellulari per fare in modo che il sistema operativo Android, di proprietà della holding Alphabet, carichi di default Google come motore di ricerca, rendendo praticamente impossibile l'impiego di motori di ricerca concorrenti.