Economia
Governance, Board e Stakeholder tra regole della finanza e cultura d’impresa
“Non solo regole ma anche cultura”, ricetta contro la crisi delle banche? Gli esperti del settore puntano su una governance che crea valore sostenibile
"La cultura aziendale, abbinata a buone regole finanziarie, deve diventare patrimonio di tutta la banca: dei suoi dipendenti e di chi la governa", lo ha dichiarato ad Affaritaliani.it Cesare Bisoni, Presidente di UniCredit.
A seguito della crisi del 2008, le regolamentazioni sono state ripensate in un'ottica di rafforzamento della governance bancaria. Ma è possibile crescere senza una solida cultura d'impresa? Questo il tema al centro del tavolo di discussione creatosi oggi presso l'UniCredit Tower Hall di Milano e di Governance of Financial institutions, volume che raccoglie le riflessioni più attuali sul settore.
Governance tra regole della finanza e cultura d’impresa: l'intervista di Affaritaliani.it a Cesare Bisoni, Presidente UniCredit
"Unicredit è presente da tempo sul tema della cultura d’impresa. È un tema che interessa molto la banca e di cui si sta occupando più nello specifico il nostro comitato governance. È un tema che si accompagna a quello di un miglioramento in generale della governance aziendale che prevede che una certa cultura aziendale diventi patrimonio di tutta la banca: dei suoi dipendenti e anche di chi la governa", ha dichiarato ai microfoni di Affaritaliani.it Cesare Bisoni, Presidente UniCredit, "Non ci sono particolari punti critici. Stiamo parlando di qualcosa che nella gestione delle banche è abbastanza innovativo; i temi culturali non erano presenti in passato come lo sono oggi".
"Sistemi di goveno ben strutturati sono essenziali: garantiscono sostegno alle imprese, gestione del risparmio, protezione del circuito finanziario e stabilità sistemica" sono parole di Fabrizio Saccomanni, scomparso lo scorso anno e ricordato per questa occasione.
Le misure da adottare per un buon funzionamento della governance sono l'allocazione dei compiti e la dialettica interna al board. Decidere rapidamente e strutturare un'organizzazione pronta è un "dovere non rinviabile per le banche" ha affermato Bisoni.
Gli investitori, infatti, si concentrano sui meccanismi di governo in cerca di traparenza, semplicità, eticità professionalità. La governance è alla base della reputazione di un’impresa, non si può più prescindere da questa.
Cattivi meccanismi di governo hanno minato la fiducia degli stakeholders, con pesanti conseguenze sulle banche. La governance, a tal proposito, assicura l’efficacia della supervisione, riduce il profilo di rischio. E il libro oggi presentato, Governance of Financial institutions (D. Busch e G. Ferrarini, 2019), conferma che "la cattiva governance è alla base della crisi finanziaria".
Lo step finale è lavorare sulla cultura aziendale, su solidi valori. Regole e cultura devono procedere di pari passo ma la sfida è sul fronte culturale: da esso dipende la capacità di creare valore sostenibile nel lungo periodo.
Governance tra regole della finanza e cultura d’impresa: l'intervista di Affaritaliani.it a Maria Pierdicchi, Presidente Nedcommunity
"Oggi vogliamo fare il punto su tutte le regolamentazioni che sono state definite dopo la crisi del 2008 e che hanno portato a un rafforzamento della governance bancaria", ha affermato ai microfoni di Affaritaliani.it Maria Pierdicchi, Presidente Nedcommunity, "Questa governance ha permesso di migliorare la cultura del rischio e il presidio dei rischi delle banche, così come la cultura e la supervisione da parte dei regolatori può favorire una migliore governance. La governance, che rappresenta tante regole e tanti elementi che sono determinati dai regolatori, può garantire la stabilità finanziaria, un elemento importante per le banche, ma favorire anche, dal punto di vista del Board, l’affrontare tutti quei temi importanti di mercato come la sostenibilità, come il contesto di credito complesso dei tassi negativi e come anche le sfide dei comportamenti e delle condotte nelle banche che sappiamo essere un fattore di rischio importante. Ma", ha continuato Maria Pierdicchi, "i punti critici ci sono sempre: ad esempio, le regole sono troppe? Si sovrappongono regole locali nazionali e internazionali europee? Si possono conciliare queste regole in una visione ad esempio che accolga non solo il valore degli azionisti come obiettivo del governo societario, ma anche gli interessi degli stakeholders e che valorizzi il famoso scopo dell'impresa di cui si parla molto?".
Governance tra regole della finanza e cultura d’impresa: l'intervista di Affaritaliani.it a Massimo Tononi
"Vi è un fiorire di aspetti normativi e non di tipo regolamentare: oggi l’assetto è molto articolato perché va dalle normative italiane ed europee alle raccomandazioni di corporate governance fino alla supervisione esatta del regolatore con tutto quello che ne consegue", ha concluso ai microfoni di Affaritaliani.it Massimo Tononi, "Quindi oggi le banche sono sottoposte ad un regime molto attento di supervisione. Alcune direttive comunitarie vanno attuate in Italia: è una tematica legata esclusivamente alla formalizzazione di quanto è stato già convenuto a livello comunitario ma per il resto sembra che la direzione sia quella giusta, quella cioè di tutelare gli azionisti, ma non solo azionisti: anche i creditori e i contribuenti a fronte dei rischi che le banche possono assumere".