Economia

Guerra dei dazi, per ora vince la Cina. Le armi? Yuan debole e Via della Seta

Luca Spoldi

Finora sono gli Usa ad aver accusato il colpo dell'aumento delle misure protezionistiche fra le prime due economie al mondo. Ecco perchè

La Cina per contro sta traendo vantaggio dal crescente interscambio commerciale coi paesi aderenti alla nuova “Via della Seta” (non a caso entrata nel mirino dell’amministrazione Trump), aumentato da inizio anno del 9,1% a tassi quasi doppi rispetto al tasso di crescita complessivo dell’export cinese. Pechino sembra dunque disporre di un “piano B” che molti grandi gruppi a stelle e strisce non hanno, cosa che fa capire perché Wall Street sia così nervosa riguardo l’andamento delle trattative.

Anche perché se si arrivasse ad una vera e propria guerra commerciale, il rischio è che tra i due litiganti a perdere sia il mondo intero. Secondo uno studio di Erik Nielsen, chief economist di Unicredit, in quel caso il commercio mondiale perderebbe due punti percentuali di crescita nei prossimi tre anni e l’economia globale potrebbe veder azzerata la sua crescita e forse tornare in recessione. 

Dato che l’Eurozona è uno degli esportatori netti più importanti al mondo, vedendo invece la propria domanda interna da anni sottotono anche a causa del rigore fiscale seguito alla crisi del debito, la vera vittima designata del braccio di ferro tra le due superpotenze potrebbe essere proprio il Vecchio Continente. Assieme ad una parte importante di “Corporate America”.