Economia
Guerra Ucraina, la crisi affonda la crescita globale: nel 2022 Pil giù al 3,2%
La Banca Mondiale taglia le stime di crescita globali: nel 2022 il Pil crescerà del 3,2%, meno del 4,1% inizialmente previsto
Guerra Russia Ucraina, la Banca Mondiale annuncia un pacchetto di misure da 170 miliardi di dollari per affrontare la crisi
La guerra scoppiata in Ucraina a causa dell'invasione di Kiev da parte di Mosca affonda le stime di crescita globale: secondo la Banca Mondiale nel 2022 il Pil crescerà del 3,2% anzichè del 4,1% inizialmente previsto. Inoltre, l'istituto ha annunciato un pacchetto di misure da 170 miliardi di dollari, maggiore di quello dispiegato per il Covid da 157 miliardi, per aiutare i suoi membri ad affrontare le crisi in corso.
Scenario di crisi (allarmante) già profilato e disegnato dal quotidiano economico britannico Financial Times che questa mattina ha deciso di tornare sulla crisi ucraina con ben due titoli in prima pagina: in apertura, con foto di un prete che benedici i combattenti ucraini, Mariupol dove "la battaglia continua", e a centro pagina la "minaccia per la ripresa mondiale" posta dalla guerra e dalla stagflazione.
A questi "pericoli gemelli" la City londinese ha dedicato una ricerca: "Si prevede che in settimana il Fondo monetario internazionale riveda al ribasso le sue previsioni per la maggioranza dei Paesi mentre i ministri finanziari e i banchieri centrali si riuniscono per l'incontro annuale di Fmi e Banca mondiale dove si discutera' delle rabbuiarsi delle prospettive economiche".
In sintesi, la scenario che disegna Ft è questo: marcato calo della spinta di crescita nei Paesi avanzati ed emergenti; spesa ancora robusta e mercato del lavoro tornato a livelli pre pandemici negli Usa dove però l'inflazione schizzata ai massimi da quarant'anni potrebbe spingere la Fed a mosse "piu' aggressive" di quelle annunciati e tali da determinare un rallentamento dell'economia; Cina alla prese con i problemi della nuova impennata di casi di Covid che ha portato al duro lockdown di Shanghai con conseguente rischio di una contrazione di investimenti, produzione e spesa dei consumatori; Europa maggiormente esposta alla guerra in Ucraina e che fatica a ridurre la sua dipendenza dalle fonti energetiche russe mentre "la fiducia precipita e non si vedono soluzioni politiche facili".