Economia

Il Governo brinda. Silvio torna. Ma a destra solo Urbano Cairo ha 'i numeri'

Luca Spoldi

Cairo ha il vento in poppa sia in Rcs sia in La7 e una volta chiuse alcune partite (Blackstone) potrebbe scendere in politica come federatore del Centrodestra

Il governo stappa lo spumante con l'approvazione storica da parte del Consiglio dei ministri dei due provvedimenti chiave della "manovra del Popolo" del governo Lega - 5 Stelle, ovvero il superamento della Legge Fornero sulle pensioni con l'introduzione di quota 100 e il varo del reddito di cittadinanza. Proprio oggi il quasi 83enne Silvio Berlusconi ha annunciato dalla Sardegna che torna a candidarsi e sarà capolista (quasi certamente in tutta Italia) alle prossime elezioni Europee del 26 maggio.

Intanto, Affaritaliani.it ha lanciato l'ipotesi e il sondaggio-forum clamoroso: Beppe Grillo presidente della Repubblica nel 2023. Ma, in realtà, i veri giochi nell'arena politica potrebbe farli Urbano Cairo. Il patron de La7 e presidente di Rcs, la società che edita il blasonato Corriere della Sera, mostra di avere i numeri adatti per poter prendere in mano il fronte anti-sovranista italiano.

Seguace di Berlusconi di cui ne ripercorrebbe appieno le tappe (e il suo cv fino ad ora lo dimostra), Cairo potrebbe accontentare chi pensa a lui come il federatore degli anti-euroscettici e degli anti-populisti d'Italia. La sfida del risanamento della Rizzoli è ormai vinta. E il phisique du role, quindi, per "salire" in politica c'è tutto.

L'editore patron del Toro può sorridere: in Rcs Mediagrop e Cairo Communications tutto procede per il meglio tanto che alcuni nei palazzi romani prevedono che se la legislatura riuscirà ad arrivare alla scadenza naturale, nel marzo 2023, l’imprenditore alessandrino possa decidere di scendere in campo in politica. Uno scenario che, al momento, resta peraltro distante, con l’imprenditore alessandrino impegnato a centrare gli obiettivi fissati nei piani industriali delle sue aziende.

Per il momento le premesse per riuscirvi ci sono tutte: in Rcs Mediagroup, ad esempio, il debito, che a fine settembre era pari a 215,9 (ma solo poco più di due anni prima era di 422,4 milioni), dovrebbe essere sceso a fine 2018 sotto i 200 milioni. “Essendo quotati dobbiamo aspettare per dirlo - spiega Cairo - ma sicuramente quelli che erano gli obiettivi che avevamo di riduzione del debito (appunto una discesa sotto la soglia di 200 milioni entro fine 2018, ndr) sono gli obiettivi che stiamo cogliendo”, aggiunge l’imprenditore ai cronisti uscendo dalla Mid Cap Conference tenutasi presso la sede di Mediobanca. “Lo diremo nelle sedi giuste - aggiunge - quando avremo il consiglio di amministrazione” (che da calendario dovrebbe essere il prossimo 15 marzo).

“Adesso stiamo approntando i conti dell’anno e del trimestre, appena saremo pronti comunicheremo tutto, ma sicuramente saremo in linea con quanto previsto”. Visto poi che “l’andamento finale dei conti” del 2018 appare “buono” anche per il ritorno al pagamento dei dividendi da parte dell’editore del Corriere della Sera potremmo esserci a dieci anni di distanza dall’ultimo stacco cedola, avvenuto nel maggio 2009.

rcs
 

“Il Cda farà una proposta all’assemblea ma non voglio anticipare” quale sia taglia corto l’imprenditore che però si professa “ottimista a oltranza” al riguardo, aggiungendo: “io sono presidente e maggiore azionista, però credo sia giusto rispettare Cda e assemblea”, oltre che il Regolamento Consob e il Testo unico della finanza per quanto riguarda le comunicazioni “price sensitive” riguardanti soggetti quotati in borsa, verrebbe da aggiungere. Quanto alla disputa in corso con Blackstone in merito alla cessione delle sedi del Corriere della Sera di Via San Marco e di Via Solferino avvenuta nel 2013, tre anni prima dell’arrivo di Urbano Cairo sul ponte di comando, “c’è un arbitrato che deve partire” ha ricordato l’imprenditore alessandrino.

“Noi abbiamo nominato l’arbitro e loro anche, adesso i due arbitri dovranno nominare un presidente. Quindi la situazione sta procedendo”. Come noto Cairo ritiene troppo basso il prezzo (120 milioni di euro) spuntato dal fondo americano, tanto più alla luce del canone d’affitto poi applicato da Blackstone a Rcs per continuare a utilizzare gli immobili (circa 10,3 milioni annui) e ha proposto un arbitrato per invalidare (o rivedere) il contratto, mossa a cui Blackstone ha risposto denunciando Rcs Mediagroup davanti alla Corte Suprema di New York per aver a suo giudizio denigrato lo stesso fondo americano, interferendo con la vendita degli immobili ad Allianz Real Estate.

Urbano Cairo ape 3
 

“Abbiamo fatto questa cosa perché riteniamo di avere le giuste argomentazioni, dopodiché io non sono né un avvocato né un veggente, quindi non voglio dire altro in merito all’arbitrato che sta per partire. Rispetto chi dovrà giudicare in relazione al tema” ha concluso Cairo. Se su Rcs tutto o quasi sembra andare per il meglio, il 2019 sembra iniziare sotto la migliore stella anche per Cairo Communications e in particolare per La7, che “sta facendo numeri impressionanti sia come fatturati pubblicitari che come ascolti”.

Il 2018 dell’emittente televisiva si è chiuso con uno share medio del 4,78% nel “prime time”, dato in crescita del 36% rispetto al 2017 che ha consentito a La7 di posizionarsi stabilmente al sesto posto davanti a Retequattro (4,09%). Positivo anche il dato medio sulla giornata (3,72%, in crescita del 27% sul 2017), mentre “anche nei primi 15 giorni di gennaio stiamo crescendo di un altro 15% come ascolti” ha aggiunto l’imprenditore. A questo punto se la legislatura riuscisse ad arrivare alla scadenza naturale, tra quattro anni, in molti a Milano scommettono su una possibile “discesa in campo” dell’imprenditore alessandrino, che finora è riuscito a ripercorrere felicemente tutte le tappe segnate già da Silvio Berlusconi, il suo “mentore” in campo politico-imprenditoriale.

Con i propri business in ordine, e un’eventuale futura integrazione tra Rcs Mediagroup e Cairo Communications, finora sempre esclusa da Urbano Cairo (azionista al 60,5% di Rcs e al 50,4% di Cairo Communications), che sarebbe materia più di giuristi che di management, l’imprenditore potrebbe proporsi, vociferano insistentemente dalla Capitale, come federatore del Centrodestra e successore dello stesso Berlusconi (che a inizio 2023 avrà 86 anni compiuti).

Da qui ad allora, Cairo potrebbe concentrarsi sull’ultima sfida, quella del digitale, dove già sta raccogliendo buoni numeri con La7: il 2018 si è infatti chiuso con 26 milioni di browser unici sui siti (La7.it, TGla7.it, Sedanoallegro.it) e app (TGla7), con una crescita del 51% rispetto al 2017, e ben 415 milioni di visualizzazioni di La7 e dei suoi programmi sulle proprie piattaforme digitali e sui canali YouTube (+76% sul 2017).

“Stiamo lavorando per far sì che il 2019 sia un anno positivo, con obiettivi da raggiungere di sviluppo del digitale”. Il digitale, ha spiegato Cairo, “è un settore nel quale siamo già presenti in maniera importante: Rcs ha un fatturato digitale di circa 160 milioni su poco meno di 980 milioni di fatturato, quindi parliamo del 17%, ma vogliamo chiaramente svilupparlo. Abbiamo 133mila abbonamenti digitali ma vogliamo crescere in maniera importante”.

L’allievo pare intenzionato a superare il maestro di Arcore e per ora i numeri gli danno ragione. Poi, manca solo la politica: ma con il business editoriale di Rcs ormai ben avviato su un percorso di risanamento completo, l'orizzonte dei prossimi quattro anni potrebbe riservare la sorpresina. Conte, Salvini e Di Maio sono avvisati.