Economia
Il risiko Veneto in Confindustria. Boccia e Vacchi alla resa dei conti
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Padova, attraverso l'intercessione della famiglia Carraro, dovrebbe essere su Marco Bonometti. Treviso, Rovigo e Belluno su Alberto Vacchi. Mentre Vicenza, Verona e Venezia su Vincenzo Boccia. E' questo, secondo i rumors raccolti da Affaritaliani.it, il variegato quadro delle preferenze con cui il Veneto si presenta domani al confronto all'americana fra i quattro auto-candidati alla prossima presidenza di Confindustria. L'incontro, a porte blindatissime, si svolgerà allo Sheraton di Padova e servirà agli industriali veneti per capire i programmi degli aspiranti presidenti e farsi un'idea in vista del voto di fine marzo del Consiglio generale di Viale dell'Astronomia. Appuntamento che servirà per designare il successore di Giorgio Squinzi. Prima, per consentire alla Commissione di designazione di Confindustria (i saggi) di verificare il possesso dei requisiti elettorali da parte di Bonometti, Boccia, Regina e Vacchi, gli imprenditori veneti dovranno fare però un passaggio nelle proprie territoriali dove formalizzare gli endorsement.
Sulla carta dunque il Veneto, uno dei motori trainanti dell'economia nazionale, che il presidente regionale Roberto Zuccato vuole ricondurre ad unità per consentire finalmente al territorio (da sempre procede in ordine sparso all'appuntamento) di esprimersi con una voce sola (anche attraverso una vicepresidenza nella squadra del successore di Squinzi), pure questa volta si posiziona ai nastri di partenza diviso. Oltre alle due lettere inviate rispettivamente dall'attuale vicepresidenze di Confindustria Stefano Dolcetta e dal numero uno della Piccola Industria Alberto Baban in una sola settimana al Corriere Veneto, lo dimostrano anche le indiscrezioni raccolte sul territorio nordestino. Voci che parlano di un certo attivismo del presidente di Unindustria Bologna Alberto Vacchi nel promettere due vicepresidenze: una a Unindustria Treviso (prima posizionata con Tomat su Aurelio Regina) e l'altra, in un secondo momento, al vicentino Zuccato, con la speranza di spaccare il fronte delle preferenze beriche che, capitanate da Giuseppe Zigliotto, sono più orientate sul candidato della Piccola Industria, Vincenzo Boccia (chissà cosa diranno i trevigiani che hanno iniziato a temere di rimanere alla fine con un pugno di mosche in mano...).
Spaccata come il Veneto è anche la Lombardia dove sempre domani Confindustria Bergamo riunirà il proprio Consiglio direttivo per deliberare su quale sia il nome da fare ai saggi. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, la riunione è stata preparata durante una cena della scorsa settimana in cui il presidente Ercole Galizzi, ormai in scadenza di mandato come il direttore generale Guido Venturini, ha chiesto ai propri consiglieri (con grandi mal di pancia delle blasonate famiglie industriali bergamasche) di non delegittimarlo andando compatti all'unanimità (con l'eccezione del presidente della Piccola Industria di Bergamo Gianluigi Viscardi) su Vacchi, con l'accordo di un "liberi tutti" nel segreto dell'urna di fine marzo. Dove pare che dei 10 consiglieri generali bergamaschi, cinque scriveranno sulla scheda il nome di Vacchi, mentre gli altri cinque quello di Boccia.
Sempre domani, dovrebbe essere ufficializzato il responso pro-Boccia dei Giovani Industriali di Marco Gay che hanno ascoltato i quattro candidati venerdì. Giornata al termine della quale si sono riservati poi di comunicare il proprio endorsement in un secondo momento. Come mai? La motivazione è stata: riunione terminata troppo tardi. Tutto vero. C'è da dire che però, secondo alcune voci, il dibattito si è protratto a lungo anche perché pare che gli imprenditori under 40 dell'Emilia Romagna (che non figurano nei sei consiglieri della Piccola che voteranno a fine marzo), che voglio Alberto Vacchi, abbiano fatto di tutto per non arrivare all'unanimità su Boccia. Ovviamente, per questioni di maglia, anche i laziali hanno sottolineato di essere pro Aurelio Regina, spiegando poi però di non essere contrari anche alla candidatura Boccia.
E il corteggiatissimo numero uno di Federmeccanica Fabio Storchi? Il convitato di pietra degli imprenditori metalmeccanici va dichiarando che deciderà solo il primo di aprile ossia dopo la votazione: vedrà chi vince e, a secondo di chi glielo chiederà, valuterà (con uno sguardo alle proposte) se accettare la vicepresidenza con la pesante delega alle relazioni industriali (ovviamente dopo essersi dimesso da Federmeccanica).