Confindustria, se Montezemolo rappresenta solo se stesso...
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Il Consiglio generale di Confindustria ha designato Vincenzo Boccia prossimo presidente della confederazione nazionale degli industriali italiani. Boccia, candidato della Piccola Industria di Viale dell'Astronomia, ovvero l'associazione che raggruppa gli imprenditori delle aziende con meno di 250 lavoratori, guida lo stabilimento di famiglia "Arti Grafiche Boccia" che oggi conta 160 dipendenti e ha un fatturato di oltre 40 milioni. Quale miglior presidente per rappresentare il Sistema dell'Aquilotto composto per il 97% da piccole e medie imprese che costituiscono anche il tessuto industriale del Paese e che quindi, per dimensione ed esigenze, hanno bisogno di servizi simili da Confindustria? Non dimentichiamoci pure che questo 97% di associati sborsa anche la maggior parte delle entrate delle territoriali, quote che finiscono per pesare sugli asfittici bilanci di quello stuolo di Pmi che ogni giorno lottano per uscire dalla stagnazione in cui è piombato il Paese.
Perché il past president Luca Cordero di Montezemolo, che per l'occasione si è definito "molto rammaricato", parla di una "Confindustria spaccata" che ha "perso un’occasione unica, una straordinaria opportunità di vero cambiamento"? Se avesse vinto il suo "cavallo" Alberto Vacchi, Viale dell'Astronomia non sarebbe rimasta ugualmente spaccata?
Forse Montezemolo, che qualcuno nell'associazione dell'Aquilotto chiama il "Richelieu della Magliana" (Alitalia) che non poco si è mosso dietro le quinte per avere indirettamente un ruolo importante in Confindustria e, a cascata, in tutti i centri di potere (Il Sole 24 Ore, il Centro Studi e la Luiss) che ne derivano, ha messo da parte la sua precedente esperienza di guida degli industriali. Mandato in cui, al grido "concertazione", andava in giro per un Paese manifatturiero sostenuto da imprese che per la quasi totalità sono piccole e medie.
Perché dimenticarsene e, coerentemente, non valorizzare questa specificità industriale che l'associazione e il Paese ha? Perché non mettere a disposizione degli associati un'organizzazione che alle Pmi deve dare in primis servizi che tali aziende non riescono a internalizzare? I maligni riferiscono che il cosiddetto Richelieu della Magliana forse aveva in mente altri obiettivi. Bene, tutti legittimi, ma non a spese dei piccoli industriali.