Economia
Il sindacato diventa "padrone"
Quando è l'imprenditore a licenziare tutti gli danno addosso, questa volta è toccato alla Cgil: chissà come reagiranno gli altri sindacati...
Cgil, il portavoce di Landini licenziato con il Jobs Act
Siur padrun dali beli braghe bianchi… (canto popolare del XIX – XX secolo, delle mondine in Piemonte). Ho preso spunto da questo articolo: "La Cgil mi ha licenziato. Dopo 40 anni. Sfruttando anche il Jobs Act". Quando i “padroni”, cioè gli imprenditori o le multinazionali, in caso di necessità o di controversie interne licenziano i dipendenti e li “ringraziano per il lavoro svolto” arrivano i sindacati con tanto di bandiere postazioni con gazebo, tamburi, l'immancabile intervento della TV e quant'altro, si piazzano davanti ai cancelli delle aziende e ricorrono ai tribunali per ottenere il reintegro del o dei dipendenti licenziati.
Qualche volta succede che le parti si invertano e sia il Sindacato a licenziare i dipendenti. E' successo tutto in casa della Cgil, il sindacato più agguerrito e incattivito nei confronti di chi licenzia, dove un dipendente (il portavoce del segretario Maurizio Landini) è stato “licenziato” per “giustificato motivo oggettivo” (ci mancherebbe altro che non ci fosse una giustificazione) mettendo alla porta uno dei suoi dipendenti.
(Il diritto del lavoro è materia complessa e mutevole, risultato del sovrapporsi di innumerevoli leggi e riforme. Il licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo è previsto dall’articolo 3 della legge n. 604 del 1966, più volte modificato nel corso degli anni, in ultimo dalla riforma Fornero del 2012 e nel 2015 dal Jobs Act di Renzi. Leggi che furono fortemente contestate dal sindacato).
Ora la domanda viene da sé: quale sarà il sindacato che si accollerà la “tutela di questo lavoratore”? Domanda: quando è l'imprenditore a licenziare tutti gli danno addosso, compreso i partiti di sinistra, questa volta è toccato alla Cgil licenziare e mi piacerebbe conoscere la reazione degli altri sindacati e della “sinistra”. Continuare a scrivere sarebbe uno spreco di inchiostro, però sapremo mai quali sono le differenze fra il “padrun” delle ondine ed il “pradun” sindacato? I “padroni” hanno solo doveri? E se sì lo sono anche i sindacati in qualità di gestori di persone ergo “padroni”? Attendiamo ulteriori sviluppi.