Economia
Immobili, prezzi alti e tassi alle stelle: compravendite in picchiata
Nomisma quantifica al 15% il calo di inizio 2023 nel mercato di compravendita immobiliare in Italia
Nel 2023 dunque l’attesa è di prezzi fermi, anche se l’incidenza delle compravendite con mutuo sul totale delle persone fisiche è passato “dal 51,9% del I trimestre 2022 al 42,8% nel 4° trimestre dello stesso anno”.
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Come accenna l’Osservatorio bolognese, innanzitutto la crescita degli oneri nella richiesta di finanziamento, con tassi di interesse passati da 1,93% di maggio 2022 al 3,79% di febbraio 2023, il ché ha modificato di conseguenza la percezione dei potenziali richiedenti sulla solvibilità futura. Sulle città intermedie, invece, si conferma il perdurare di un’andamento positivo dei prezzi (+3,1% su base annua).
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Nomisma evidenzia però anche come nell’ultimo anno i tempi per finalizzare la vendita di un’abitazione si siano in realtà leggermente accorciati (5,4 mesi in media), non discostandosi dai livelli raggiunti a consuntivo nel 2021. Tra i mercati monitorati è Trieste a far segnare i tempi più bassi, per concludere una trattativa di vendita (3 mesi per un’abitazione usata). Considerando lo sconto medio praticato sul prezzo richiesto, questo si è attesta al 10,6% nel comparto abitativo con Trieste, Verona e Parma a rappresentare i mercati con maggiore liquidità.
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Il report di Gabetti sul mercato immobiliare residenziale, prospetta cinque rischi principali, che aggiungono ai già citati tassi di interesse e inflazione, altre tre chiavi di lettura per interpretare il calo delle compravendite: l’aumento dei costi per l’energia, quello dei i materiali edili e infine, la scarsa offerta immobiliare.
Il 2023 secondo il 35% degli operatori del mercato immobiliare intervistati avrà un andamento leggermente negativo rispetto al 2022, mentre un altro sostanzioso 30% ritiene invece che l’anno appena iniziato seguirà la linea del 202, dunque in graduale miglioramento.