Economia

Intesa-Ubi, ancora duello a distanza. UniCredit all'Antitrust: rischio per Pmi

di Andrea Deugeni

Debole il titolo Ubi Banca a Piazza Affari che cede lo 0,5% in linea con il resto del comparto, mentre prosegue il duello a distanza con Intesa Sanpaolo sull'offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata dal gruppo guidato da Carlo Messina e UniCredit è stata audita questa mattina all’Antitrust, nell’ambito dell’istruttoria aperta di recente sull'operazione di takeover annunciata a febbraio prima dello scoppio dell'epidemia di coronavirus. 

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Il Ceo di Intesa-Sanpaolo Carlo Messina

In un'intervista a Repubblica, infatti, il Ceo di Ubi Victor Massiah ha ribadito come "secondo i legali, l'Offerta può decadere proprio perchè l'offerente non si è pronunciato" sul diritto, o meno, di esercitare la clausola Mac, material adverse change. Clausola che Messina non ha attivato, annunciando di voler andare avanti nell'operazione, ma forma - quella delle dichiarazioni - che però il gruppo Ubi ritiene senza valore legale e dunque in grado di far decadere l'offerta. 

Quanto alle possibili alternative, "non è un segreto che prima dell'Ops avessimo contatti con qualche altra banca", ma a domanda sulle voci di un interesse di UniCredit, contraria al deal per preservare il grado di concorrenza nel sistema bancario italiano, nel rilevare una quota del capitale Ubi, Massiah ha ribattuto: "Non ne so nulla". Rumors circolato nei giorni scorsi sul mercato, ma a quanto risulta destituito di ogni fondamento. 

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Il Ceo di Ubi Banca Victor Massiah

Secondo gli analisti di una primaria Sim, milanese, "l'eventuale dichiarazione da parte del tribunale di avveramento della clausola Mac potrebbe far venir meno la passivity rule per il Cda di Ubi" e soprattutto "i tempi dell'offerta potrebbero allungarsi, visti i processi in corso di verifica sull'Ops". La passivity rule o regola della passività in capo a Ubi è una norma prevista dal Testo unico della finanza (Tuf) che prevede che il soggetto oggetto dell'offerta non possa mettere in atto azioni o operazioni che possano contrastare con gli obiettivi dell'Ops. Insomma, con il ricorso legale Ubi sta cercando di sottrarsi a questa regola, sciogliendo l'operazione di M&A di cui è oggetto per le vie legali e mettere in campo operazioni difensive.

Su possibili M&A alternativi si concentrano, invece, gli analisti di Equita: “Le uniche alternative concrete - scrivono - sarebbero state rappresentate da una business combination con Mps o Bper. In entrambi i casi (ma anche in ipotesi di fusione con Banco Bpm) non escludiamo che si sarebbe reso necessario un aumento di capitale che avrebbe diluito i ritorni di un eventuale deal".

Il consiglio di amministrazione di Ubi, come spiegato da Massiah, ha il compito di cercare opzioni alternative ma, continua Equita (che ricopre il ruolo di advisor di Intesa nell'operazione), al momento, "una businsess combination con un'altra banca domestica possa - per gli azionisti di Ubi - molto difficilmente offrire gli stessi ritorni nell'immediato, a parità di profilo di rischio, dell'Ops di Intesa".

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Il Ceo di UniCredit Jean Pierre Mustier

Anche Intesa Sanpaolo oggi ha battuto un colpo tramite il quotidiano finanziario tedesco Borsen-Zeitung, dove Paolo Grandi, chief governace officer del gruppo, ha ribadito "l'importanza strategica" dell'operazione, sottolineando come "il solido razionale dell'integrazione con Ubi è ulteriormente rafforzato nel contesto post-pandemia per gli azionisti di entrambi gli istituti. In ogni caso - ha assicurato il banchiere - non verrà alzato il premio per Ubi".

Intanto, per quanto riguarda l'audizione di UniCredit, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, di fronte all'authority guidata da Roberto Rustichelli questa mattina si sarebbe presentata una delegazione di manager del gruppo guidato da Jean Pierre Mustier che spazia dall'area legale a quella specializzata sull'M&A e governance.

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Il responsabile della Vigilanza bancaria europea Andrea Enria

UniCredit avrebbe sottolineato all'Antitrust che per la concorrenza in molte aree del Paese e, in particolare, nell'attività bancaria nei confronti del tessuto imprenditoriale delle Pmi italiane, l'Ops di Intesa-Sanpaolo su Ubi farebbe venir meno una componente concorrenziale molto importante attraverso l'unione del primo con il quarto gruppo nazionale del credito. Concorrenza che, invece, si verifica nella maggior parte degli altri Paesi e che sarebbe utile conservare senza creare una situazione di mercato in cui il primo operatore distanzierebbe di parecchio il secondo. 

Infine, stando a quanto ha rivelato l'agenzia Radiocor, è entrato nelle fasi finali il procedimento Bce per l'autorizzazione dell'Ops. Alcune fonti finanziarie che seguono l'operazione hanno indicano infatti che l'iter è infatti ormai vicino alla conclusione.

Intesa ha annunciato l'Ops il 17 febbraio ed entro il 6 marzo, giorno in cui ha comunicato il deposito in Consob del documento di offerta, ha dovuto presentare a tutte le autorità competenti "le comunicazioni e le domande volte a ottenere le autorizzazioni". La procedura con cui la Bce deve autorizzare o meno l'acquisizione di una partecipazione rilevante in una banca vigilata deve essere conclusa "entro 60 giorni lavorativi", con la possibilità di proroga fino a 90 giorni lavorativi.

@andreadeugeni