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Irpef, il governo interviene per correggere l'errore: che cosa cambia in busta paga e chi ci guadagna

Un nuovo decreto elimina la discrepanza tra delega fiscale e legge di bilancio sulla riduzione delle aliquote da 4 a 3

di redazione economia

Irpef, il ministro dell'Economia Maurizio Leo: "Lavoratori dipendenti e pensionati senza redditi aggiuntivi non dovranno versare alcun acconto, evitando qualsiasi aumento del carico fiscale”

L'intervento correttivo contenuto nel decreto approvato dal Consiglio dei Ministri ha scongiurato per milioni di italiani il rischio di pagare tasse non dovute. 

Il provvedimento presentato dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha posto rimedio al problema normativo creatosi tra il decreto legislativo attuativo della delega fiscale del 2023, che prevedeva la riduzione temporanea delle aliquote Irpef da 4 a 3 solo per il 2024, e la Legge di Bilancio 2025 che invece l'ha resa strutturale. "Lavoratori dipendenti e pensionati senza redditi aggiuntivi non dovranno versare alcun acconto, evitando qualsiasi aumento del carico fiscale”, si legge in una nota del MEF.

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Lavoratori dipendenti e pensionati senza altri redditi, come affitti, investimenti o attività autonome, non dovranno quindi versare l'acconto Irpef per il 2025 con evidenti benefici in busta paga, o più correttamente in dichiarazione dei redditi.

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L'obiettivo, ha continuato Leo, è quello "di tutelare i contribuenti e garantire una corretta applicazione della riforma fiscale. Abbiamo approvato il provvedimento in tempo utile per assicurare che non vi siano errori nei prossimi versamenti o nella compilazione delle dichiarazioni dei redditi”.

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Con la riforma fiscale resa strutturale dalla Legge di Bilancio le aliquote Irpef passano quindi da quattro a tre:

  • aliquota al 23% sugli imponibili fino a 28.000 euro lordi
  • aliquota al 35% sugli imponibili tra 28.000 e 50.000 euro lordi
  • aliquota al 43% sugli imponibili oltre i 50.000 euro lordi

L'intervento correttivo del Governo avrà un impatto negativo di 245,5 milioni di euro dovuto al mancato incasso dell'acconto Irpef per il 2025, che verranno poi recuperati il prossimo anno.