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Economia
Jeep e Brasile salvano Manley. Fca, come Vw, conferma i target

L’America salva ancora i conti di Fiat-Chrysler. Il lancio della nuova Jeep Gladiator (ancora su la quota di mercato nell’area pick-up negli Usa) e il Brasile dove la casa automobilistica italo-statunitense è leader di mercato, permettono a Fca, com’era successo la scorsa settimana al colosso tedesco Volkswagen, di schivare il difficile momento del settore delle quattroruote, specialmente in Europa e di annunciare risultati in crescita, battendo le stime degli analisti, ma soprattutto di confermare i target per il 2019. Un anno nero per l’auto. Risultati che consentono al gruppo guidato da Mike Manley di guardare con più tranquillità al secondo semestre quando Fca potrà raccogliere anche i frutti delle operazioni di contenimento dei costi messe in cantiere.

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Così, nonostante ricavi in calo del 3% a 26,741 miliardi di euro, i profitti sono saliti del 14% a 793 milioni. Nel secondo trimestre dell'anno il risultato operativo è pressoché stabile a 1,527 miliardi (con un margine del 5,7%, +10 punti base) e non in calo come si aspettava il consenso. A far la parte del leone il Nord America con un ebit adjusted pari a 1,565 miliardi (+168 milioni rispetto al secondo trimestre 2018) e un margine dell'8,9% (+90 punti base), nonostante la significativa riduzione dello stock presso la rete di vendita.

Grazie al Brasile, è rimasta forte l'America Latina con un ebit adjusted in crescita del 9% a 110 milioni e un margine del 5,4% (+60 punti base). Invece, solo 22 milioni di ebit adjusted per l'area Emea (-166 milioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) con un margine dello 0,4%, in calo di 260 punti base. Mentre l'area Apac ha registrato un ebit adjusted in rosso per 12 milioni, comunque in miglioramento di 86 milioni grazie all'aumento dei ricavi, al favorevole mix di modelli e ai minori costi industriali, in parte compensati dai minori risultati della joint venture cinese.


Maserati: in arrivo 10 lanci di prodotti dal 2020 al 2023/ Fca ha approvato investimenti finalizzati al lancio di 10 prodotti a marchio Maserati tra il 2020 e il 2023, quindi oltre l'orizzonte del piano al 2022 presentato a Balocco il primo giugno 2018. E' quanto si legge nel comunicato di Fca sui risultati del secondo trimestre 2019, chiuso per il marchio del Tridente, con consegne scese del 46%, per effetto della riduzione degli stock presso la rete di vendita e del calo dei volumi. I ricavi netti hanno registrato una flessione del 40% a 343 milioni e l'ebit adjusted e' in rosso per 119 milioni.  In particolare, come indicato nelle slide di presentazione dei risultati del secondo trimestre 2019, per il marchio Maserati nel 2020 saranno presentate tre nuove versioni di Levante, Ghibli e Quattroporte oltre a una nuova sportcar. Nel 2021 saranno presentate tre nuove vetture; un nuovo Duv, una nuova sportcar cabrio e un nuovo Granturismo, nel 2022 le novita' saranno due: una nuova Grancabrio e una nuova Quattroporte. Infine, nel 2023 il lancio previsto e' uno per una nuova versione del Levante

Mentre l'utile netto delle continuing operation è migliorato del 14% a 793 milioni e quello adjusted del 2% a 928 milioni. Quest'ultimo era atteso dal consenso a 994 milioni. L'utile per azione diluito è stato pari a 0,50 euro e quello diluito adjusted a 0,59 euro per azione. Infine, il free cash flow industriale è stato pari a 754 milioni, comprensivo di esborsi per 0,4 miliardi di euro accantonati nel 2018 in relazione alle controversie sulle emissioni dei motori diesel negli Stati Uniti, nonché maggiori investimenti.

Invece, il free cash flow delle attività operative è ammontato a 2,989 miliardi (+15%). Le consegne globali complessive di Fca (anche quelle delle joint venture) nel secondo trimestre sono state pari a 1.1570.000 unità, in calo dell'11% rispetto allo stesso periodo del 2018. Andando a vedere nel dettaglio per area geografica, in Nord America le consegne di vetture sono scese di 80 mila unità a 596 mila, in calo del 12%, principalmente per effetto della riduzione dello stock presso la rete di vendita, in parte compensato dai maggiori volumi di pickup Ram e dall'avvio di consegne della nuova Jeep Gladiator.

Più dei numeri che son piaciuti al mercato a mettere le ali al titolo in Borsa (le azioni hanno strappato con quasi un +5% a 12,282 euro, il massimo di giornata, finendo in asta di volatilità dopo la trimestrale) è stato il fatto che Fca ha confermato i target per il 2019, mentre alcuni broker temevano una revisione al ribasso della guidance. “Continua la forte performance in Nord America e in Latam. La robusta domanda per i nostri nuovi prodotti e i passi compiuti per gestire con disciplina le nostre attività hanno generato la spinta per conseguirei i target del 2019”, ha spiegato infatti Manley.  



Nel secondo semestre 2019, si legge in una nota di Fca, il gruppo “sarà ancor più concentrato sulle aree meno forti, tra cui Maserati, dove abbiamo rafforzato il team di leadership, ed Emea, dove continuiamo a puntare a un aumento dei margini attraverso i benefici delle azioni di ristrutturazione, una gestione ottimizzata dei mix dei canali di vendita e strategie di prodotto mirate”. Quindi, si aggiunge, “sulla base dei forti risultati del secondo trimestre e delle iniziative attuate per mantenere questo slancio positivo, restiamo fiduciosi sul raggiungimento dei nostri obiettivi per il 2019”. 

Infine il capitolo alleanze. Dopo il fallito tentativo con Renault, Manley spiega che il gruppo è "sempre aperto a opportunità, ma sopravviviamo anche da soli. Le opportunità di un'alleanza con Renault erano interessanti, ma non è un passo obbligatorio per noi. Affinché i merger vadano a buon fine servono le giuste condizioni". E al ceo di Renault, Thierry Bolloré, che ha parlato di un interesse ancora vivo per l'alleanza e il cao di Fiat ha replicato: "Non ho dubbi che un merger di tale natura avrebbe senso".

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