Economia
L’effetto del caro energia? Addio alle bollette a tariffa bloccata

Nel primo trimestre 2022 c’è stato un aumento del 55% dell’elettricità e del 41,8% del gas. Il libero mercato non è la soluzione: rischiamo il razionamento
Prezzi alle stelle anche nel mercato regolamentato
Facile parlare di aumenti delle bollette, ma che cosa è successo davvero per gli italiani? E come stanno reagendo le aziende che l’energia la producono? Prima di tutto, qualche numero: secondo il monitoraggio Arera (Autorità di regolazione dei servizi di pubblica utilità) sul primo trimestre 2022 c’è stato un aumento del 55% sulla bolletta dell’elettricità e del 41,8% del gas. Ma questo riguarda il mercato regolamentato, altrimenti noto come “servizio di maggior tutela”. Si tratta di un sistema tariffario stabilito a monte dell’Autorità che dovrebbe mettere al riparo i cittadini da aumenti sconsiderati poiché il prezzo dell’energia viene stabilito – e ritracciato – trimestralmente.
Energia: il mercato libero conviene davvero?
Da anni si parla dell’abolizione del servizio di maggior tutela e un passaggio definitivo al libero mercato. Di rimando in rimando, ora la deadline è fissata per il 1° gennaio 2024. Naturale che chi ha goduto di una sorta di monopolio naturale abbia fatto resistenza, ma l’Europa preme e sembra che nulla si possa più fare per procrastinare ulteriormente. Ma davvero il servizio di maggior tutela conviene e mette al riparo dagli aumenti? La risposta è no, sia che si prenda in considerazione solo l’ultimo trimestre, sia se si analizza un periodo di tempo decisamente più ampio.
Secondo Facile.it, guardando alle migliori tariffe del mercato libero disponibili online da gennaio 2018 a marzo 2022, una famiglia tipo che all’inizio dell’anno ha scelto una tariffa con prezzo bloccato per 12 mesi ha speso, tra luce e gas, 5.908 euro. Mentre chi è rimasto nel mercato tutelato ne ha pagati, in media, 7.246.
Attenzione, però, perché il giochino rischia di essersi già rotto. Le aziende che offrono tariffe bloccate si sono rese conto che la “scommessa”, stavolta, è andata perduta e che – a fronte di un incremento dei clienti – si rischia di andare addirittura in perdita o, comunque, di vedere erosi in maniera significativa i margini. Per questo motivo le opportunità per i consumatori di scegliere un’offerta a prezzo fisso in questo momento stanno diminuendo: a lanciare l’allarme è Selectra che ha analizzato l’andamento del numero di offerte a prezzo fisso nel Mercato Libero nel corso del primo trimestre 2022.
Gas e luce: sempre meno offerte a prezzo fisso
Ebbene, se a gennaio 2022 le offerte a prezzo fisso per la luce rappresentavano il 69% di quelle disponibili sul mercato, a fine marzo la percentuale è scesa al 53% del totale: sono infatti diminuiti drasticamente i fornitori che propongono prezzi fissi. Un anno fa le offerte a prezzo bloccato erano infatti presenti nel portafoglio di quasi tutti i fornitori, mentre a gennaio del 2022 sono passati all’84% ed ora vengono offerte solo dal 36% dei maggiori fornitori.
Sorte simile per le offerte a prezzo fisso del gas: se ad inizio anno rappresentavano il 66% delle offerte sul mercato libero, ora non arrivano neanche alla metà (48%). I fornitori che propongono questo tipo di offerte, che prima della crisi dei prezzi erano quasi il 100%, all’inizio del 2022 sono scesi al 68% e ora sono appena il 28%. Troppo alto il rischio che la crisi energetica duri ancora a lungo nel tempo. Ricordiamo, infatti, che il prezzo delle materie prime energetiche avviene con largo anticipo e che i prezzi sui “futures” pagati oggi debbano poi essere scontati nei mesi a venire. E se dovesse perdurare questa situazione non sarebbe sostenibile avere tariffe bloccate così al di sotto degli attuali livelli. Gli italiani si preparino: il futuro fa rima
con razionamento, volontario o coatto che sia.