Economia
La casa di proprietà? Un cattivo investimento. Ecco perché
Cesare Rosati: "Comprare casa è oggi, a tutti gli effetti, un cattivo investimento"
La casa di proprietà? Un cattivo investimento. Ecco perché
Privilegio, indice di successo e stabilità (anche economica) per l’avvenire.
Per decenni la casa di proprietà ha rappresentato il sogno e un porto sicuro per intere generazioni, arrivando a imporsi come il più diffuso status symbol sociale d’occidente.
È soprattutto in Europa che la statistica si intensifica: le stime di Eurostat, l’ufficio statistico ufficiale dell’UE, evidenziano come nel continente quasi 7 persone su 10 vivano in case di proprietà, in immobili spesso liberi da mutui e ipoteche di varia natura.
Un dato, questo, che vede il nostro Paese tra le prime 5 nazioni in Europa (75% di proprietari) e con una percentuale molto superiore alla media dell’Eurozona (66%).
Se il mattone ha incarnato storicamente l’idea stessa dell’investimento sicuro e duraturo, le nuove abitudini sociali ed economiche hanno dato vita negli ultimi anni a dinamiche del tutto inattese.
Come spiega Cesare Rosati, investitore e autore del libro “Io investo in immobili” dedicato alla gestione della proprietà immobiliare, “comprare casa è oggi, a tutti gli effetti, un cattivo investimento. Dal denaro investito in un immobile con finalità abitative si ottiene uno stallo, ovvero un blocco della liquidità, o ancora più spesso un debito con le banche”.
Il trend è confermato da una ricerca di InfoData, che incrociando i dati Eurostat con il Pil pro capite dei vari Paesi ha fatto emergere una realtà apparentemente controintuitiva, eppure sempre più radicata: nei Paesi più floridi al mondo, quelli in cui la ricchezza personale è più alta e distribuita tra i cittadini, la percentuale di proprietari di casa si abbassa sensibilmente.
Il caso europeo è emblematico: in cima alla classifica dei Paesi con meno proprietari si trova la Svizzera (43,40% a fronte di un Pil pari a 161, seguito da Germania e Austria), all’altro opposto svetta la Romania in cui oltre il 95% delle persone dispone di una casa di proprietà.
“Lo scenario attuale è diametralmente opposto rispetto al passato. Comprando casa – prosegue Rosati – tutti i propri risparmi (inclusi quelli futuri) vengono destinati a un unico investimento, che presenta due caratteristiche di fondo: è illiquido e altamente soggetto ai rischi di un mercato in cui gli immobili, è sotto gli occhi di tutti, tendono a perdere una parte significativa del loro valore dopo pochi anni”.
La soluzione migliore?
Secondo l’imprenditore Cesare Rosati è “cambiare approccio verso il mondo immobiliare, iniziando a considerare le opportunità di investimento che questo mercato presenta. Un gran numero di immobili a prezzo scontato può essere comprato, migliorato e rivenduto in poco tempo a un prezzo maggiore rispetto a quello di acquisto. Ciò genererà una liquidità sufficiente a coprire il costo di un affitto e garantisce ulteriore denaro da poter reinvestire, rendendo l’investimento realmente conveniente nel tempo”.