Economia
La Perla in amministrazione straordinaria. Quattro offerte per il marchio
La Perla Manufacturing, la società produttrice del gruppo La Perla, è stata posta in amministrazione straordinaria e il provvedimento è stato depositato presso
La Perla in amministrazione straordinaria. Quattro offerte per il marchio
Si apre uno spiraglio sul fronte La Perla. Venerdì, La Perla Manufacturing, la società produttrice del gruppo La Perla, è stata posta in amministrazione straordinaria e il provvedimento è stato depositato presso la cancelleria del Tribunale di Bologna. Questa mossa garantirebbe una maggiore continuità produttiva del marchio di lingerie, controllato dalla società di diritto inglese La Perla Global Management UK, per la quale era stata avviata la procedura di insolvenza dalla Corte britannica lo scorso gennaio.
Secondo quanto riportato ieri da Il Resto del Carlino, sul tavolo dei commissari sono già arrivate quattro offerte, sia italiane che estere, riguardanti l’intero gruppo. “Tra le quattro offerte pervenute,” scrive il Tribunale, “una è del fondo Tennor, precedente proprietario, che chiede una significativa riduzione del personale ‘per oltre cento unità’, ma promette investimenti. Un’altra, ritenuta rilevante, è stata presentata da una società italiana e riguarderebbe sia i marchi che gli asset produttivi italiani del Gruppo La Perla,” riporta la testata.
Il Resto del Carlino aggiunge che nei prossimi giorni il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) nominerà il commissario o i commissari straordinari, presumibilmente confermando Francesco Paolo Bello, Francesca Pace e Gianluca Giorgi, attualmente commissari giudiziali. Gli incaricati avranno due mesi per redigere il piano per la ripresa dell’attività produttiva e successiva cessione. “La situazione, che coinvolge il destino di 300 dipendenti, non è semplice: La Perla Manufacturing è vincolata da un contratto che la obbliga a vendere i suoi prodotti a La Perla Global Management UK, quindi sarà necessario l’ok dei liquidatori inglesi e dei curatori italiani per una deroga a quell’accordo. Inoltre, dovrà essere riattivato uno stabilimento fermo da mesi, affrontando anche diverse problematiche legate alla sicurezza: nei prossimi giorni i commissari incontreranno le dipendenti apicali. Saranno necessari finanziamenti per ripartire,” aggiunge il quotidiano.