Economia
Lagarde e Powell giocano col fuoco: imprese e famiglie verso una nuova crisi
I due presidenti delle banche centrali si divertono ad alzare i tassi come se fossero caramelle: due pericolosi burocrati che non sanno che pesci pigliare
“L’inflazione è qui per restare” ha detto ieri Lagarde. Quindi perché continuiamo ad alzare i tassi? Che senso ha? Stiamo ancora una volta rischiando di mandare a carte 48 l’intero tessuto economico. Dopo Credit Suisse, piena di magagne, non è detto che il virus si diffonda all’intero sistema bancario, che ha gli anticorpi temprati dalla tempesta del 2008 e del 2011. Con tutto che Deutsche Bank, che pure ha chiuso il bilancio 2022 con utili record – e ha distribuito 2,1 miliardi di bonus ai dipendenti, compresi 8,9 milioni all’amministratore delegato – non ha mai chiarito del tutto la sua posizione sui derivati e potrebbe deflagrare se improvvisamente si aprissero nuovi fronti di crisi. Quelle italiane, invece, accusate di essere troppo “sparagnine” potrebbero ritrovarsi improvvisamente nel ruolo di modello da seguire.
Si rischia, per usare un gergo medico, il salto di specie. Cioè che un’infezione che riguarda una platea ristretta di soggetti, improvvisamente alzi il livello di tossicità e arrivi a infettare imprese e famiglie. A quel punto avremmo sì sterilizzato l’inflazione, ma solo perché la crisi sarebbe inevitabile e imprese e famiglie soccomberebbero. Dopo un triennio drammatico, funestato da eventi in rapida successione, bisognerebbe essere dei totali incompetenti per continuare sulla strada dell’aumento dei tassi. O essere alla guida della Bce.