Economia

Lvmh vuole il Quisisana di Capri, Bernard Arnault scommette ancora sull'Italia

di Sara Perinetto

Il gruppo francese punta di nuovo sul made in Italy e, dopo Bulgari, Cova, Pinarello e non solo, vuole l'albergo simbolo del lusso sull'isola campana

Continua lo shopping francese di Lvmh in Italia: nel mirino ci sarebbe l’hotel Quisisana, simbolo dell’isola di Capri e sinonimo di eleganza e ospitalità. Secondo i rumors che circolano fra gli addetti ai lavori nel settore degli hotel di lusso, sarebbe in fase di conclusione l’accordo tra la famiglia Morgano, proprietaria dell’albergo dell'isola campana, e Bernard Arnault in persona, presidente e Ceo del colosso del lusso transalpino, il secondo uomo più ricco del mondo. 

Nei suoi 160 anni di storia, il Quisisana ha ospitato vip e reali, artisti e scrittori, dagli Hohenzollern ai Savoia, da Hemingway a Sartre, cambiando più volte proprietà fino al 1982, quando il complesso è entrato a far parte degli hotel della famiglia Morgano, che comprendono anche La Scalinatella, Flora e Casa Morgano. Attualmente alla guida del Quisinana ci sono i fratelli Nicolino e Lucia.

Secondo alcuni esperti, il valore dell’albergo si aggira attorno ai 200 milioni di euro, ma solo quattro anni fa l’offerta da 250 milioni di un fondo inglese per comprare l’intero portafoglio dei Morgano era stato respinta. Ora però la situazione è cambiata: il tentativo di vendita degli asset minori per trovare i fondi con cui ristrutturare il Quisisana non è andato a buon fine, e per quanto l’hotel abbia riaperto il 1 luglio, gli effetti della pandemia da Coronavirus continuano a farsi sentire, soprattutto nell’incertezza per il futuro. Ecco perché ora la transazione sull'immobile, che ospita anche gli annuali meeting dei Giovani di Confindustria, potrebbe andare in porto.

Antoine Arnault, figlio di Bernard, ceo di BerlutiAntoine Arnault, figlio di Bernard, Ceo di Berluti
 

Per Arnault non sarebbe il primo acquisto nel settore: oltre alla catena di alberghi esclusivi Cheval Blanc, già nel 2018 aveva aggiunto al gruppo tutti gli hotel del brand Belmond, che in Italia possedeva alcune delle strutture più lussuose: il Cipriani di Venezia, il Caruso di Ravello, lo Splendido di Portofino, ma non solo.  

Il gruppo Lvmh in Italia 

E non è neanche il primo acquisto nel nostro Paese: Lvmh, infatti, da anni porta avanti una strategia di acquisizioni mirate al made in Italy di qualità. Fendi, Loro Piana, Emilio Pucci, ma anche Bulgari, Acqua di Parma, oltre alla storica pasticceria milanese Cova, e Pinarello, il marchio di biciclette professionali che ha fatto correre i campioni al Tour de France e al Giro d'Italia. 

Insomma, tutti brand simbolo di un determinato life style, quell’italianità che nel mondo è sinonimo di lusso e Dolce Vita. Intangible asset da cui estrarre redditività. Ma oltre ai nomi, il gruppo punta anche al know how, ai talenti italiani: per esempio,  da marzo 2020 il ceo della nuova divisione hospitality è Andrea Guerra, ex presidente esecutivo di Eataly ed ex amministratore delegato di Luxottica, che Arnault ha sfilato alla famiglia Farinetti.

Il gruppo Lvmh nel mondo

E proprio il rispetto della tradizione di ogni brand acquistato è tra i punti di forza di Lvmh, che in tutto comprende 75 marchi che spaziano dall’alta moda alla gioielleria (in cui l'ultima acquisizione è quella di Tiffany, nel 2019), dall’hôtellerie al retail, dalla cosmetica agli alcolici, con gli champagne Moet & Chandon, Krug, Veuve Clicquot, il cognac Hennessy e la vodka Bellavista, tra gli altri, arrivando anche nel campo dell’editoria e dei media media, con Les Echos, Le Parisien e Radio Classique.

Bernard Arnault con la moglie  Hélène Mercier all'EliseoBernard Arnault con la moglie Hélène Mercier all'Eliseo
 

Insomma, la strategia del gruppo francese, costantemente in espansione, è chiara e a quanto pare vincente, visto che ha chiuso il 2019 con profitti che hanno superato i 7 miliardi di euro, in aumento del 13% rispetto all’anno precedente, e vendite record per 53,7 miliardi, con un incremento del 15% e una crescita organica dei ricavi del 10%.

Certo il 2020 non può uguagliare questi risultati, a causa della situazione economica globale post pandemia, ma la fiducia nell’Italia resta invariata. Solo pochi mesi fa, infatti, il Ceo di Louis Vuitton, Michael Burke, intervistato da Il sole 24 Ore dichiarava: “Lvmh crede nell’Italia, e lo ha dimostrato investendo nei suoi marchi e nella produzione. Da questo punto di vista apriremo due nuove manifatture di scarpe entro i prossimi 18 mesi e un’altra di pelletteria a Firenze il prossimo anno. E anche sotto l’aspetto distributivo, l’Italia resta uno dei mercati più importanti per noi”.

Bernard Arnault tra gli uomini più ricchi del mondo 

Ma il successo del gruppo corre parallelo al successo personale di Arnault. Acquisito Lvmh nel 1988, un anno dopo la sua fondazione, il visionario imprenditore francese ha puntato subito all’internazionalizzazione e alla diversificazione, portando la multinazionale a diventare leader mondiale nel settore lusso. Nel 2019, secondo la classifica stilata da Bloomberg, Arnault è diventato il secondo uomo più ricco al mondo (e il primo in Europa), superando il fondatore di Microsoft Bill Gates, passato al terzo posto, e subito dopo il fondatore di Amazon Jeff Bezos, con un patrimonio personale che ha superato la soglia simbolo dei 100 miliardi di dollari.