Economia
Manovra, Boccia:"Conte convinca i due vicepremier o si dimetta"
Il presidente della Confindustria a Torino (Ogr): "Se fossi premier chiederei ai vice di togliere 2 mld per uno visto che per evitare la procedura ne bastano 4"
"Se fossi in Conte convocherei i due vicepremier e gli chiederei di togliere due miliardi per uno visto che per evitare la procedura d'infrazione bastano 4 miliardi. Se qualcuno rifiutasse mi dimetterei e denuncerei all'opinione pubblica chi non vuole arretrare". Lo ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, concludendo la manifestazione alle Ogr. "Una promessa a Di Maio: se ci convoca tutti non lo contamineremo. A Salvini, che ha preso molti voti al Nord, dico di preoccuparsi dello spread".
Rappresentano 3 milioni di imprese che valgono l'80% dell'export e oltre il 65% del valore aggiunto. Sono dodici le associazioni datoriali che oggi pomeriggio si sono ritrovate a Torino, per rilanciare nuovamente il messaggio a favore della Torino-Lione, tenendo fuori dai cancelli la politica locale e nazionale, i cui rappresentanti non sono stati invitati. Oltre tremila i presenti, nelle storiche officine dove una volta si riparavano i treni. Una scelta non casuale, che lega passato e presente.
A due settimane dalla manifestazione di piazza Castello, l'industria sfida il Governo e l'amministrazione locale, con la sindaca Chiara Appendino che ha fatto di Torino una citta' No Tav. Sul palco, tra i piu' duri Gabriele Buia, presidente dell'Ance, che ha ricordato come la Tav non riguardi solo l'edilizia che lui rappresenta, ma 50 mila addetti. "Dobbiamo tornare alla realta', non riusciamo nemmeno a usare le risorse stanziate, ci sono 37 miliardi bloccati. In Italia servono 15 anni per una grande opera, e negli ultimi 8 anni abbiamo rivisto 5 volte la programmazione delle infrastrutture. La crescita dell'export non e' accompagnata da nulla, e il Paese arretra".
Una situazione che, secondo Buia, va peggiorando: "Da questo governo arrivano discorsi retrogradi. Dobbiamo tagliare i tempi morti, stiamo consegnando il Paese a persone che non hanno a cuore il futuro del Paese. Eravamo leader delle infrastrutture, oggi siamo ultimi tra i Paesi del G7". Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato ha sottolineato come "il governo del cambiamento dovrebbe cambiare, da 30 anni non c'e' un piano sulla mobilita'. Non possiamo perdere i treni del futuro, non possiamo pensare di decrescere, e oggi lanciamo un messaggio politico alla politica. Noi qui non siamo un partito? Non lo so".
Massimiliano Giansanti, a capo di Confagricoltura, ricorda come "noi, come settore, siamo passati da 10 a 20 miliardi di fatturato solo grazie all'impegno delle nostre aziende. Siamo per qui per l'Italia e chiediamo un progetto per il Paese". Al governo poi, manda a dire che "fino a oggi c'e' stata una consapevolezza nel non voler ascoltare le politiche delle imprese, ora ci ascoltino. Serve una forte politica sui trattati internazionali". Daniele Vaccarino, presidente di Cna, ha sottolineato come "non siamo contro, ma per la crescita. Tutto il comparto industriale deve essere coinvolto, dalle grandi aziende alle piccole, che in un'opera come la Tav si occupano delle manutenzioni. Le piccole imprese possono avere un ruolo importante".
Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, evidenzia come "l'economia stia rallentando, dovremo affrontare i difetti strutturali del nostro sistema economico che scontano gli eccessi di carico fiscale e di burocrazia e i deficit di legalita' e infrastrutture. Per uscirne servono investimenti, bisogna dire sí alla Tav".
Boccia poi ha parlato della convocazione ricevuta dal Governo per parlare della Tav, che pero' e' peculiare: "Il 5 dicembre sono stati convocati i vertici locali, non noi. Ma la Tav e' questione nazionale, non localistica. Quest'opera attiva 50mila posti, con risparmi per 350 milioni nel trasporto delle merci. Noi siamo i protagonisti dell'economia, al Governo diciamo che se le parti sociali del Paese si uniscono, non bisogna dividersi".
Maurizio Casasco, a capo di Confapi, ha ricordato come all'Italia "manchino moltissimo le infrastrutture che servono a un Paese moderno, ma noi oggi non possiamo competere in velocita'. Manca soprattutto la ricerca, o investimenti sull'universita', cosi' non si crea sviluppo. Il Governo dovrebbe conoscere cosa serve alle imprese, una loro componente governa Lombardia e Veneto, ci ascoltino".
Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti, ha ricordato che "se un'infrastruttura manca, manca a tutto il Paese. I soldi non si possono buttare via, come per il Terzo Valico, un'opera gia' avviata". "La stagione degli alibi e' finita oggi" ha concluso Boccia, che poi insieme agli altri presidenti ha firmato un manifesto a favore della Torino-Lione.