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Economia
Mediobanca,finisce il sodalizio Messier&Maris.Nagel arruola l'ex Eurazeo Sayer

A giugno Alberto Nagel era andato a Parigi cercando di capire cosa stesse succedendo e, ascoltate le motivazioni senza prendere le parti di nessuno, aveva invitato i due partner, ora ex, a cercare di risolvere la situazione. Quattro mesi dopo, è finito invece il sodalizio fra i due ex Lazard Erik Maris e Jean-Marie Messier, bankers al centro del sistema finanziario d’Oltralpe che nel 2010 avevano dato vita a Messier Maris & Associés (Mma), una boutique di corporate finance che in meno di dieci anni era riuscita a scalare il profittevole mercato del corporate&investment banking transalpino, diventando il terzo player del settore, dietro alle blasonate Rothschild e Lazard. Un attore che in nove anni ha assistito oltre 200 grandi operazioni industriali in Francia, deal da 300 milioni a un miliardo di euro, fra cui, solo per citarne alcune, le nozze europee dell’automotive Fca-Peugeot e le mosse di Veolia, il leader mondiale del settore dei servizi ambientali, su Suez.  E in pipeline ce ne sono altre, a cominciare dalla Gdo d'Oltralpe. 

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Secondo quanto riferiscono alcune fonti finanziarie ad Affaritaliani.it, l’addio di Erik Maris, ex co-head di Lazard in Francia dove aveva conosciuto anche l’amministratore delegato di Piazzetta Cuccia, quando Nagel lavorava nella banca d’affari d'Oltralpe, è stato la conseguenza di forti problemi di governance sorti fra due soci senior entrambi dotati di forte personalità. Maris, il più giovane dei due, in piena fase di crescita voleva avere in mano tutte le redini della banca, atteggiamento che ha creato non pochi malumori interni, una situazione che con il tempo si è fatta ingestibile. 
Da risolvere solo con l'uscita. 

Sulla carta, si tratta di un brutto colpo per l’avventura francese di Mediobanca, che ad aprile dello scorso anni aveva rilevato il 66% (quota che in 10 anni salirà al 100%) della boutique, valorizzando l’intera Mma 160 milioni di euro, un’acquisizione che dopo quella di Cairn Capital in Gran Bretagna, di Ram in Svizzera e del 20% in Indonesia di Bfi Finance, ha consentito alla merchant bank fondata da Enrico Cuccia di diventare un istituto d’investimento di dimensione europea e di entrare direttamente dalla porta principale nei circoli ristretti della finanza transalpina. Un mondo prima difficile da penetrare per Mediobanca, contando solamente sull’apertura della filiale francese a Parigi nel 2004. L'establishment d'Oltralpe rimaneva lontano. 

Il mix del sodalizio era di quelli vincenti: Messier, già partner di Lazard, è stato l’artefice della nascita di Vivendi, ora di Vincent Bollorè ex socio fortissimo in Mediobanca, dalla Compagnie générale des eaux, di cui è stato alla guida dal 1996 al 2002, con un portafoglio vasto di contatti più politici nel mondo francese. Il giovane Maris, invece, con legami più forti nella parte business con la clientela, anche a livello internazionale.

Lo scorso anno, il deal Mma ha portato infatti in dote a Mediobanca la leadership in un mercato che per l’Italia è il primo per le operazioni crossborder e, come commissioni da investment banking, è il primo nel Vecchio Continente, esclusa la Gran Bretagna. Dal punto di vista finanziario, Nagel ha potuto assicurarsi un aumento del 30% delle commissioni nel core business del corporate&investment banking e dell’8% di quelle di gruppo: circa 50 milioni di ricavi aggiuntivi e circa 17,3 milioni di maggior utile per azione. Grazie a Messier Maris nel wholesale banking, poi, l’attività estera di Piazzetta Cuccia è arrivata, per la prima volta, a pareggiare quella domestica.

E ora? Fonti finanziarie vicino a Mediobanca spiegano che l’uscita di Maris dalla boutique controllata dalla merchant italiana non eroderà il portafoglio clienti, avendo firmato una patto di non concorrenza. In più, il banchiere sbarcherà in Advent, colosso americano del private equity, già cliente internazionale di Piazzetta Cuccia per molte operazioni cross-border e non in una banca d’affari dove potrebbe portar con sè clienti. L’uscita di Erik Maris, poi, lascia lo spazio per l’ingresso di peso di Patrick Sayer, anche lui della blasonata scuola Lazard, ex Eurazeo (dal 2002 al 2018), banchiere d’esperienza che ha percorso tutti gli step della finanza, fino a diventare anche imprenditore. Un ingresso che consentirà poi a Mediobanca di far comparire il proprio nome accanto a quella del gruppo: la nuova boutique si chiamerà infatti Messier-Mediobanca Group.

"L'accordo siglato con Mediobanca l'anno scorso ha consentito di aumentare visibilmente la presenza della maison in landmark crossborder transactions e continuerà ad essere di forte impulso per la crescita", ha spiegato Nagel, commentando la notizia che Sayer accompagnerà Messier&Associes come senior advisor attraverso la sua società Augusta Sas, già presente nel Cda.

@andreadeugeni

 

 

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