Economia
Mediobanca, Nagel accelera sul gestito. Strapaga a Doris la quota in Esperia
Per il suo ultimo giro di giostra Nagel vuol far crescere Mediobanca nel risparmio gestito e nel credito al consumo, ma potrebbe essere tardi
Seduta no per Mediobanca che a fine giornata perde il 2,23% a Piazza Affari, dopo l’approvazione delle linee strategiche del piano 2016-2019, focalizzato sul riposizionamento strategico di Piazzetta Cuccia verso attività ad alta specializzazioni e elevato ritorno, con una accentuata diversificazione per fonte e divisioni dei ricavi (visti salire a 2 miliardi a fine piano).
A guardare bene i numeri presentati da Alberto Nagel, che secondo rumor di mercato potrebbe essere al suo ultimo giro in giostra a Piazzetta Cuccia (il manager potrebbe lasciare nel corso del 2018 nel caso giungesse un’offerta da qualche grande gruppo bancario), appare chiaro che l’obiettivo è far crescere il peso delle commissioni sul totale dei ricavi (dal 22% al 30%) puntando sui servizi alle medie aziende, sul credito al consumo di Compass e sul risparmio gestito, mentre il peso del margine di intermediazione è visto in lieve calo, dal 59% al 56%.
Obiettivi sostanzialmente in linea con le attese secondo Kepler Cheuvreux, che ha subito confermato il proprio “buy” e il prezzo obiettivo di 7,4 euro sul titolo. Meno convinti altri operatori, perché Nagel oltre a dover varare una decisa riorganizzazione della divisione di Corporate e Investment Banking, procederà anche ad una ulteriore riduzione del peso della divisione Principal Investing cui fanno capo le partecipazioni “core” di Mediobanca, con la quota in Generali destinata a calare, peraltro non prima del 2018, dall’attuale 13,2% al 10%. Proprio questa discesa e la sensazione che le mosse di Nagel siano nel complesso tardive in mercati maturi come quelli delle gestioni patrimoniali (Wealth Management) e del credito al consumo (Consumer banking), pare aver contribuito, oltre ai timori sul prossimo referendum italiano, alla reazione negativa del titolo in borsa.
Del resto, fanno notare molti analisti, la quota in Generali rende a Piazzetta Cuccia più del 20% a livello di ritorno sul capitale allocato (Roac), per cui sarà difficile per Nagel individuare alternative di investimento altrettanto redditizie, anche se venissero centrati gli obiettivi indicati per le divisioni Wealth management (Roac dall’8% al 20% nel triennio) e Corporate e Investment Banking (Roac dal 9% al 13%). Pagare poi 141 milioni in contanti, alla conclusione della transazione, per il 50% di Banca Esperia finora in mano a Banca Mediolanum, fa certamente felice Ennio Doris, visto che la partecipazione era iscritta a bilancio a 96 milioni di euro, ma lascia perplessi gli analisti.
(Segue...)