Economia

Dazi, Pechino flirta con Musk per superare la promessa guerra commerciale di Trump 

Ecco come la Cina cerca di rafforzare i legami con gli Stati Uniti, puntando su Elon Musk e sul business per superare le tensioni economiche-commerciali

di Francesco Crippa

Musk-Trump-Xi, ecco come la Cina prova a guardare oltre la promessa guerra commerciale di Donald Trump

La Cina prova a guardare oltre la promessa guerra commerciale di Donald Trump. Domenica 19 gennaio il vicepresidente cinese Han Zheng ha incontrato a Washington (dove oggi presenzierà alla cerimonia di insediamento di Donald Trump) Elon Musk per parlare dei rapporti tra le due potenze. E, secondo i media di Pechino, avrebbe trovato un’apertura da parte del nuovo “migliore amico” di Trump.

Il messaggio di Zheng è semplice: gli Stati Uniti, invece che chiudersi, dovrebbero approfondire e rafforzare i legami commerciali con la Cina e a guidare questa manovra dovrebbero essere le aziende. Oltre a Musk, infatti, all’incontro hanno partecipato anche alcuni importanti attori imprenditoriali statunitensi, tutti invitati da Zheng a “cogliere l'opportunità e condividere i frutti dello sviluppo della Cina, e dare nuovi e maggiori contributi alla promozione delle relazioni economiche e commerciali tra Cina e Usa”.

Musk, in questa partita, gioca un doppio ruolo. Da un lato è diventato il principale alleato interno di Trump e può esercitare un peso non irrilevante nelle decisioni del governo che nasce oggi. Dall’altro, è un imprenditore privato con interessi nella Repubblica popolare. Dopo gli Usa, quello cinese è il più importante mercato per Tesla, che del resto ha in Cina due delle sue “gigafatctory”. Inoltre, dal porto di Shangai parte circa la metà dei veicoli della casa automobilistica. Musk, quindi, avrebbe tutto l’interesse a evitare che le relazioni con Pechino si inaspriscano andando a incidere sul settore delle auto elettriche. Non a caso, secondo i media cinesi l’uomo più ricco del mondo si avrebbe detto pronto a svolgere “un ruolo positivo nella promozione dei scambi economici e commerciali tra Usa e Cina”.

Non è la prima volta che la Cina cerca di sfruttare Musk per tutelarsi dagli effetti che il Trump 2.0 produrrà. Nei giorni scorsi, per esempio, secondo un’indiscrezione rilanciata da Bloomberg, i funzionari del governo di Pechino avrebbero preso in considerazione la possibilità che Musk comprasse TikTok Usa per evitare il ban dell’app. Un’opzione non commentata dai diretti interessati ma che forse è alla base dell’idea lanciata da Trump di una partecipazione americana al controllo del 50% del social network per garantirne l’operatività al di là dell’Atlantico.

Le relazioni tra i due paesi, in questo momento, sembrano meno tese di quello che ci si aspettava dopo la campagna elettorale di Trump. Il tycoon ha parlato al telefono con il suo omologo Xi Jinping venerdì 17 gennaio: un confronto positivo, è stato riferito, che ha spaziato su diversi ambiti. Secondo l’agenzia di stampa statale Xinhua, nell’incontro con il vicepresidente Zheng, gli imprenditori americani avrebbero sottolineato che la telefonata tra i due leader “ha inviato un messaggio positivo e incoraggiante” per le loro attività e che, pertanto, il mondo imprenditoriale degli Usa “è ottimista riguardo alle prospettive dell’economia cinese e alle opportunità di crescita in Cina”.

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