Economia
Technogym e il potenziamento del voto maggiorato: pure la numero uno della Bce Lagarde vota contro il re del fitness Nerio Alessandri
Nerio Alessandri, il re del fitness e patron della quotata Technogym, bocciato dagli azionisti per il potenziamento del voto maggiorato
Anche la Banca Centrale Europea con le sue 31.980 azioni di Technogym ha votato contro il re del fitness
Non è stata una passeggiata di salute per Nerio Alessandri, il re del fitness e patron della quotata Technogym, far passare in assemblea degli azionisti il cosiddetto “potenziamento del voto maggiorato” perché a votargli contro è stata anche Christine Lagarde, numero uno della Bce. Lo si scopre leggendo il verbale della riunione dei soci di Technogym svoltasi lo scorso 3 dicembre a Cesena nella quale erano presenti azionisti rappresentanti l’81,4% del capitale pari all’86,1% dei diritti di voto. I primi soci presenti erano lo stesso Alessandri (che ha in mano il 33,7% capitale pari al 50,4% dei diritti di voto), il fondo Pif (4,4%) e il magnate sudafricano Ivan Glasenberg (5,5%).
Il “potenziamenti del voto maggiorato è stato proposto ai soci dal consiglio d’amministrazione guidato da Alessandri perché il primo voto maggiorato introdotto nel 2016 non ha sortito un buon effetto sul titolo. Il “potenziamento” prevede la possibilità di ottenere quattro voti per azione se il socio detiene il titolo per quattro anni consecutivi e la misura è ovviamente nell’interesse del socio di maggioranza di Technogym.
Ma al momento del voto gli azionisti favorevoli hanno rappresentato solo il 70% dei partecipanti pari al 60,5% dei diritti di voto (quindi la misura è passata) mentre hanno votato contro soci per il 28,7% dei partecipanti (pari al 24&% dei diritti di voto) e si sono astenuti l’1,4% dei partecipanti. Ovviamente favorevoli sono stati Alessandri e Glasenberg ma contrari sono stati quasi tutti i fondi italiani ed esteri presenti. Fra gli italiani Anima, Bancoposta e Etica Sgr; fra gli esteri Allianz, Amundi, Axa, Blackock, Bnp Paribas, Candriam, Dws, Fidelity, Goldman Sachs, Groupama, Invesco, Jp Morgan, Natixis, Schroder, Templeton, Ubs e Vanguard. Ma anche la Lagarde ha bocciato Alessandri perché la Banca Centrale Europea con le sue 31.980 azioni di Technogym ha votato contro il re del fitness.