Economia

Netflix ad Amazon: boom di abbonamenti. Ma anche la Tv tradizionale regge

Fra gennaio e luglio Netflix & Co. hanno guadagnato 770mila sottoscrittori, con un +6,8 milioni, secondo EY. Ma c’è stato un boom anche per la tv tradizionale.

La Tv in streaming fa il botto

Era l'autunno del 2015 quanto in Italia viene lanciata la piattaforma streaming di Netflix. Da tutti è stato considerato questo come un momento di passaggio cruciale per il mondo dell Tv e dell'audiovisivo italiano. I numeri, attualmente, confermano il prestigio e il crescente consenso per Netflix & Co. Aggiungendo un fatto straordinario: nessuno sta perdendo in questo 2020 trafitto da pandemia e lockdown. La tv in streaming e quella tradizonale infatti hanno dimostrato di poter crescere insieme, senza essere dimostrarsi rivali. 

I numeri in crescita per Netflix, Amazon e non solo 

Secondo il report di EY in collaborazione con Fastweb e Discovery c'è stato in questi mesi un vero e proprio aumento significativo di telespettatori e abbonati. Prendendo in esame –Netflix Timvision, Inifinity (Mediaset), Now Tv (Sky), Amazon Prime Video, Eurosport Player, Dazn e Disney+ – a luglio 2020 in Italia si contavano 10 milioni di abbonamenti dalle piattaforme Vodpay. Con 15,8 milioni di utenti (un abbonamento può essere fruito da più persone) e 6,8 milioni di sottoscrittori.

Si tratta, rispetto a giugno 2017, di una crescita sorprendete: 1, 5 milioni di utenti in più; 8,1 milioni di abbonamenti in più; 5,1 di abbonamenti in più. E l’incremento è evidente anche nel breve: fra gennaio e luglio, anche grazie al lockdown evidentemente, +2 milioni di utenti, +1,5 milioni di abbonamenti e +700mila sottoscrittori. 

Netflix e Amazon secondo il report di EY

Secondo Andrea d'Acunto, Med Telco, Media & Technology Sector Leader di EY, "nei prossimi mesi ci aspettiamo una ripartenza di tutte le piattaforme sportive, che durante il lockdown hanno sofferto in termini di sospensioni e disdette degli abbonamenti. È importante inoltre convalidare nuove partnership strategiche tra i diversi provider video Ott per promuovere così, all’interno di un’unica offerta, i molteplici contenuti disponibili sulle diverse piattaforme, i molteplici contenuti disponibili sulle diverse piattaforme". 

Il servizio e la facilità d'uso saranno quindi le armi utili per farsi spazio in un mercato europeo sempre più grande e competitivo. Secondo l’ultima indagine di It Media Consulting il mercato sarà in crescita media annua del 13% fra 2019 e 2023, per arrivare a 12,26 miliardi di giro d’affari alla fine del periodo. Lo Svod (quello con abbonamenti) sarà all’84% del totale e preponderante sul Tvod (il modello di Chili per intendersi, in cui si paga per quello che si vede). 

La Tv tradizonale reggerà

Dai dati Auditel, eleborati dallo Studio Frasi, nei primi sei mesi dell’anno l’audience è salita del 15,78% nel giorno medio (con 11,9 milioni di spettatori di media) e dell’11, 68% nel prime time (26,9 milioni di spettatori di media). Il Covid ha quindi spinto la cara vecchia Tv verso il pieno di ascolti. I dati EY, poi, hanno evidenziato come la smart tv resti il mezzo privilefiato per fuire dei contenuti degli “Ott”.

Infine i broadcaster, oltre ad aver dato vita a piattaforme come Raiplay o Mediaset Play o anche Dplay per Discovery, hanno iniziato a spingere su streaming e on demand. Sempre le elaborazioni dello Studio Frasi su dati Auditel riportano di 98 milioni di click ai contenuti Discovery nel semestre; 228 milioni per La7, 79 milioni per Rai, 2,15 miliardi per Mediaset e 3,4 miliardi per Sky.  Tradotte in ore fruite online: 8,8 milioni per Discovery, 14,5 milioni di ore per La7, 136,3 milioni per Rai, 133,4 milioni per Mediaset e 93,1 milioni per Sky. 

“I broadcaster- spiega Francesco Silliato, media analyst dello Studio Frasi- hanno conquistato un valore consistente nei consumi on demand dei pubblici, portandoli verso l’uso delle loro piattaforme Internet, e non hanno paura a farsi mirare. Cosa che gli Ott ancora non non fanno puntualmente, rendendo tutto il mercato meno trasparente”