Economia

Nomine, la Lega torna a parlare di Eni: ecco perché e che cosa succede ora

di Marco Scotti

Il Carroccio non si sente escluso dalla partita in corso, ma vuole giocarsi bene le sue mosse, come su una scacchiera

Lega, ecco perché l'attacco a Eni ed Enel

Lo stesso Claudio Descalzi aveva ammesso che era un tema delicato che non avrebbe approfondito a mezzo stampa ma direttamente con gli interessati. La domanda, dunque, è la seguente: perché la Lega, in un momento in cui l’energia è il tema per antonomasia – anche perché con i prezzi elevati si alzano tutti i costi, non solo quelli della bolletta – si sia concentrata in modo così significativo proprio su Eni ed Enel?

A quanto riferiscono fonti bene informate ad Affaritaliani.it, non si tratta di un tentativo per aumentare la visibilità del Carroccio. La Lega, insomma, non si sente messa in un cantuccio. Ma, come detto all’inizio, si tratta di una partita a scacchi che definirà gli equilibri politici degli anni a venire, oltre che determinare la strategia economica del nostro Paese. Claudio Descalzi, ad esempio, ha ridisegnato il rapporto di Eni con l’energia. Ha investito moltissimo per liberarsi dalla dipendenza dal gas russo. Ha stretto accordi di collaborazione, non di dipendenza, con Paesi che hanno grandi riserve di gas.

E Francesco Starace, dato con un piede e mezzo fuori da Enel, ha provveduto a delineare la strategia futura dell’azienda, avviando una transizione green e rendendo la società di Viale Regina Margherita tra i più importanti player a livello mondiale. Ha aumentato il debito, verissimo. Ma l’ha fatto per investire per guardare al futuro, non perché la società fosse meno sana. 

Lega, ecco che cosa succederà anche nelle altre partite

In Via Bellerio non sono improvvisamente impazziti e non vogliono mettere a repentaglio il futuro del Paese. Ma si rendono conto che è il momento di fare alcune mosse tattiche per ribadire che il governo ha tre teste e tre anime, non è un monocolore di Fratelli d’Italia. Le poltrone di quest’anno sono pesantissime, ma non dimentichiamo che dietro l’angolo c’è anche Cassa Depositi e Prestiti, i cui vertici scadranno nel 2024 e che movimenterà enormi risorse anche in ottiche Pnrr. Senza parlare della Rai, che dovrebbe rinnovare il cda il prossimo anno, a meno che non prevalga il desiderio di fare piazza pulita fin d’ora.