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Accenture Banking Conference, aziende TwinTransformer le vere leader di domani
Colangelo (Accenture Italia): "Solo i player che sapranno cogliere l’importanza di digitale e sostenibilità sapranno creare valore per il mercato"
Accenture Banking Conference: il confronto tra i Top Manager delle principali banche e istituzioni finanziari
Digitalizzazione, ma anche trasformazione verso i temi della sostenibilità ambientale, sociale e dal punto di vista della governance. Le principali strategie e le esperienze dei leader delle più importanti banche italiane sono stati gli argomenti principali della VIII edizione dell’Accenture Banking Conference. Durante il webinar si è affrontato il tema della “Twin Transformation”, un percorso che pone sostenibilità e trasformazione digitale come elementi chiave di creazione di valore e che vede le banche alla guida di una solida ripresa in Italia e in Europa, e sono stati presentati i risultati dello studio “Twin Banking: opportunità e prospettive del banking all’intersezione tra tecnologia e sostenibilità”, studio secondo cui le aziende Twin Transformer, pioniere nell’adozione del digitale e nell’implementazione di azioni di sostenibilità, potranno vedere raddoppiati gli utili entro il 2025. Uno scenario che conferma il bisogno da parte del sistema bancario di accelerare il processo di trasformazione. Chi investe maggiormente in R&S, puntando sulla formula human+ machine, raggiungerà il 40% in più della produttività; modelli focalizzati sullo sviluppo di competenze e l’elaborazione di nuovi servizi e prodotti ad alto valore porteranno al 60% dei ricavi complessivi derivati da margine da servizi.
“Nonostante un deciso miglioramento in termini di efficienza, secondo le nostre previsioni anche nel 2025 i principali gruppi bancari italiani faticheranno a far percepire il loro reale valore al mercato (price to book value) - ha spiegato Massimiliano Colangelo, Financial Services Lead di Accenture Italia -. Solo i player che sapranno cogliere l’importanza di digitale e sostenibilità sapranno creare valore per il mercato e per l’intero ecosistema. La chiave per raggiungere il successo competitivo non potrà prescindere poi dall’utilizzo estensivo dei dati e dalla centralità del capitale umano. Accenture è pronta ad agevolare questa trasformazione disponendo di strutture e competenze in Italia, connesse all’ampio network internazionale, in grado di mettere a scala l’innovazione”.
Dopo dieci anni, caratterizzati da una profonda crisi e da una regolamentazione in costante cambiamento, il sistema bancario si trova tuttora in un momento di intensa trasformazione che va accelerato. Il processo è attualmente caratterizzato da due fenomeni principali, che riguardano: la necessità di aggregazione e la gestione della compliance normativa (il cui costo di gestione assorbe oggi tra il 3-5% dell’utile netto). II settore inoltre ha ancora margine per incrementare gli investimenti in ricerca e sviluppo, che al momento non raggiungono il 2% del totale degli investimenti italiani in R&D1 evidenziando, quindi, un’incidenza complessiva sensibilmente inferiore ad altri comparti produttivi (es: Macchinari: 12,5%, IT & software: 7%, Telco: 3,5%, Automobilistico: 10,5%). Innovazione e sostenibilità pur essendo punti strategici nelle agende di Ceo e C-Level, rimangono a oggi un’opportunità non pienamente colta. Se la trasformazione digitale ha guidato l’evoluzione delle aziende negli ultimi dieci anni, il prossimo decennio sarà sicuramente caratterizzato dalla transizione verso la sostenibilità. In Europa, a differenza di altri mercati, l’adozione di strategie sostenibili per cogliere nuove opportunità di business non è ancora un driver di adozione rilevante. Tecnologia e sostenibilità sono ancora considerati spesso come due driver indipendenti l’uno dall’altro: il 50% delle maggiori aziende europee discute sia dei temi di sostenibilità che di tecnologia durante le earnings call, ma solo il 5% considera i due driver in modo congiunto. Solo un numero esiguo di aziende, definite “Twin Transformer”, mostrano una vision unitaria che lega trasformazione digitale e transizione sostenibile. Proprio questi player, pionieri sia nell’adozione del digitale che nell’implementazione di azioni di sostenibilità avranno probabilità 2,53 volte superiori rispetto alle altre di recuperare più rapidamente dalla crisi COVID-19 e di essere tra i “leader di domani”.
“Le banche hanno avuto un buon andamento del primo trimestre, anche grazie al lavoro che è stato fatto dal sistema italiano, che ha lavorato molto bene proprio come il sistema industriale - ha detto Stefano Barrese, Responsabile della Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo -. L’industria e le banche del Paese hanno reagito bene sostenendosi reciprocamente e dando la possibilità di osservare questi risultati nei primi tre mesi di quest’anno. La Banca ha iniziato un percorso per consolidare il proprio asse, con diversificazione del business e investimenti nella digitalizzazione che hanno consentito in un contesto come quello del 2020 di reagire in maniera importante alla situazione. In quanto azienda di servizi, perché le banche sono aziende di servizi, abbiamo avuto il nostro punto chiave, ovvero il contatto con il cliente, chiuso durante il lockdown. Perché questo è accaduto, nel lockdown duro le banche hanno chiuso le proprie filiali per preservare clienti e colleghi, e gli investimenti fatti in questo arco di tempo hanno consentito di sostenere famiglie e imprese. Questo è stato possibile perché tutti, anche se in maniera diversa, abbiamo investito nella digitalizzazione. Nel 2013, in un contesto in cui si poteva decidere di attrarre nuove banche digitali, abbiamo iniziato un percorso per riuscire a fare migrare i clienti verso di esse, oppure di integrare i canali, dove naturalmente per una banca tradizionale come la nostra, il canale principale è quello delle filiali. Si è trattato di un percorso difficile e complesso ma che ci ha permesso di riuscire ad integrare tutti i canali, ovvero la filiale, il private banking, l’app, la filiale online, ovvero le persone che operano a distanza con i clienti, sette giorni su sette”.
“Essendo nati come Banca digitale senza sportelli, ci siamo trovati avvantaggiati o, se vogliamo, abbiamo visto un po’ lungo nel 1997, quando siamo nati. Siamo sì una banca digitale, ma siamo anche una Banca di persone - ha affermato Massimo Doris, Amministratore Delegato di Banca Mediolanum -. E in questi anni abbiamo investito molto non solo nella formazione di queste persone, dei nostri consulenti finanziari, ma anche in tecnologia. Negli ultimi anni abbiamo investito moltissimo nella digitalizzazione di tutti i contratti e i processi, ed è stato fondamentale perché quando siamo arrivati al lockdown dell’anno scorso, avevamo già il 70% dei contratti che venivano fatti in digitale. Quindi con la chiusura totale passare dal 70% al 100% non è stato così difficile, perché ormai tutti i nostri family banker facevano la gran parte dei contratti in quel modo. Questo ha salvato non solo la Banca, ma ha salvato i clienti che hanno potuto continuare a fare le loro operazioni come se nulla fosse. Non dimentichiamo poi che gli investimenti in digitalizzazione hanno portato anche a un minore impatto sul nostro pianeta dal punto di vista ambientale, che significa eliminazione della carta e del trasporto. Siamo arrivati ad avere in sede il 5% dei nostri dipendenti, gli altri lavorano tutti da casa. Ovviamente da un punto di vista umano non è una bella cosa, perché c’è la voglia di stare insieme. Per tutti noi è stato un test, uno stress test imprevedibile”.
“La pandemia è stata sicuramente un acceleratore potentissimo che ha portato avanti dinamiche di trasformazione all’interno del nostro settore - ha detto Elena Goitini, Amministratore Delegato di BNL e Responsabile Gruppo BNP Paribas per l’Italia -. E’ una trasformazione non solo digitale, ma che di fatto lavora anche su queste tematiche. La parola sostenibilità viene spesso declinata con tematiche di natura ambientale, la pandemia ha accentuato il fatto che sostenibilità è anche intervento, supporto, compensazione di gap che riguardano ineguaglianza, genere, generazione, territorio, competenze, formazione, tutti ambiti in cui la pandemia ha oggettivamente accentuato delle disparità fortissime. Ridurre questo divario richiede di lavorare a un piano di sviluppo sostenibile. Penso davvero che questa Twin Transformation non sia solo un’opportunità ma una necessità non ulteriormente rimandabile. I dati ci dicono che la stragrande maggioranza degli italiani è interessata al tema della sostenibilità, soprattutto inteso come responsabilità verso le future generazioni. L’85% degli italiani vorrebbe che le aziende debbano essere anche capaci di combinare da una parte la creazione dei profitti e dall’altra la creazione di un valore concreto e positivo. E’ chiaro che questa forte attenzione a progetti di sostenibilità, che recepiamo anche come attesa forte, trasforma la sostenibilità in un’opportunità. Quello che facciamo è integrare criteri di sostenibilità in quello che è il nostro core business e lo facciamo sia sulla parte destra che sinistra del nostro stato patrimoniale. Per noi Banca, tradurre la sostenibilità significa fare scelte su cosa finanziare. Secondo me la parola chiave di tutto è ‘accompagnamento’. La nostra capacità di riuscire ad accompagnare attivamente il cliente è oggettivamente quello che fa la differenza”.
"Le banche hanno riconosciuto al digitale un valore strategico in grado di permeare l'intera organizzazione. Le istituzioni finanziarie devono riconoscere allo stesso modo che la sostenibilità ha un impatto sul proprio patrimonio finanziario e che deve quindi diventare parte integrante e leva strategica di tutte le attività che compongono la catena del valore. Per farlo avranno bisogno di ridefinire il loro stesso scopo e cambiare il DNA, trovando sempre nuovi modi per incorporare la sostenibilità nei modelli operativi, negli investimenti e nella relazione con i clienti” ha dichiarato Mauro Macchi, Strategy & Consulting Lead di Accenture per l’Europa.
“Per ironia della sorte la pandemia ci ha quasi aiutato perché come potete immaginare, dialogare su diversi paesi, portare avanti processi molto complessi, onestamente con gli strumenti digitali di oggi è molto più semplice rispetto a ciò che sarebbe stato naturale fare quasi per inerzia - ha spiegato Paolo Bertoluzzo, Group CEO di Nexi -. La fase di pandemia, nel nostro settore, quantomeno ha segnato quanto sia davvero importante avere scala per poter fare investimenti, per poter avere le competenze che servono per inseguire e cogliere le opportunità che innovazione tecnologica offre per seguire meglio i nostri clienti, non solo oggi ma in prospettiva futura. Questo a partire dalle banche che sono i nostri grandi partner e clienti, ma più in generale per le aziende di ogni dimensione, per le persone, per la Pubblica Amministrazione e per il Paese in generale. La sostenibilità per noi di Nexi è creazione di valore sociale per tutti gli stakeholder di lungo periodo. Questo credo che sia fondamentale. Io credo che mai come oggi sia chiaro che la sostenibilità per ogni azienda del mondo è la combinazione di due elementi: ‘come operi’ e ‘che cosa fai’ per lo sviluppo e per il progresso. Credo che durante la pandemia sia esploso un fenomeno di cui si parla ancora non tantissimo: gli ESG. I credo che sia stato spinto dai mercati finanziari e che abbia dato un contributo fondamentale su questa evoluzione. Gli ESG danno struttura a come operano le aziende, che tipo di impatto sociale le aziende hanno e come ci si aspetta che un’azienda operi. E’ un fenomeno che già esisteva, ma credo che da questo punto di vista il fatto che gli investitori abbiano deciso di mettere questa valutazione siaun evento di fortissima trasformazione”.