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Economia circolare e filiere cartarie. Enel, Starace: "Italia all'avanguardia"

Roberta Bonetti

“L’economia circolare italiana per next generation EU”, il dibattito di Symbola insieme ai protagonisti della sfida green e firmatari del Manifesto di Assisi

Le innovazioni fondamentali made in Italy per la transizione ecologica nell’evento organizzato da Symbola

Un'occasione per riflettere sulle nuove tematiche e sull'orizzonte europeo dell’economia circolare italiana. Sul tavolo, durante l’evento online “L’economia circolare italiana per next generation EU”, sono stati messi diversi temi: la messa in sicurezza delle comunità, il rilancio dell'economia, il tema della coesione e dell'inclusione, la transizione verde e digitale e l'obiettivo di azzerare le emissioni entro il 2050. Durante il dibattito, organizzato da Symbola, Fondazione per le Qualità Italiane, in partnership con Comieco e con il Convento San Francesco di Assisi, sono intervenuti i protagonisti della sfida green e firmatari del Manifesto di Assisi e si è approfondito anche il “caso dell’industria cartaria”. 

L’Italia è il paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti pari al 79% con una incidenza più che doppia rispetto alla media UE e ben superiore a tutti gli altri grandi paesi europei (la Francia è al 56%, il Regno Unito al 50%, la Germania al 43%). Non solo. L’Italia è anche uno dei pochi paesi europei che dal 2010 al 2018 (nonostante un tasso di riciclo già elevato) ha comunque migliorato le sue prestazioni (+8,7%). Nel riciclo industriale delle cosiddette frazioni riciclabili classiche (acciaio, alluminio, carta, vetro, plastica, legno, tessili) ed è il paese europeo con la maggiore capacità di riciclo anche in valore assoluto, superiore alla stessa Germania. A differenza di altri grandi paesi europei, l’Italia è un importatore netto di materie seconde ed ha esportazioni molto contenute sia di plastiche che di carta. L’intera filiera del riciclo, dalla raccolta alla preparazione fino al riciclo industriale, in termini economici ed occupazionali, vale complessivamente oltre 70 miliardi di euro di fatturato, 14,2 miliardi di valore aggiunto e oltre 213.000 occupati. Il recupero di materia nei cicli produttivi permette un risparmio annuo pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 63 milioni di tonnellate di CO2. L’insieme delle emissioni di CO2eq evitate (dirette e indirette) attraverso il riciclo di materia operato in Italia vale l’85% delle emissioni dirette di gas climalteranti generate dalla produzione elettrica dell’Italia (63 Mt di CO2eq dal riciclo contro 74,5 Mt CO2eq dalla produzione elettrica 2020). Il sistema cartario è uno dei settori industriali leader nell’economia circolare, nell’uso di risorse rinnovabili e nella capacità di riciclo. Riciclo, economia circolare e uso di materiali rinnovabili rappresentano uno strumento fondamentale anche per conseguire obbiettivi di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni di CO2, come raccontato nel dossier “L’economia circolare italiana per il Next Generation EU”, realizzato da Fondazione Symbola e Comieco.

Dobbiamo prendere coscienza del 'fallimento' del sistema capitalistico - ha detto Padre Enzo Fortunato, Direttore Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi -, delle politiche ambientali e anche anche ecclesiale. La parola fallimento la vorrei esprimere come una ricchezza. La ricchezza delle opportunità che essa può donarci. Io credo che si possa trovare un significato alla vita, alla luce del fallimento che abbiamo sperimentato, e la pandemia ne è anche una testimonianza, nel caleidoscopio del Manifesto di Assisi. Ci poniamo oggi in maniera costruttiva di fronte a quello che abbiamo colto in questi anni. Stiamo raccogliendo con Symbola le azioni e la prospettiva di un'economia e di una società a misura d'uomo”.

Uno dei messaggi che il Manifesto di Assisi ha voluto dare - ha spiegato Ermete Realacci, Presidente della Fondazione Symbolaè che 'da soli non si può'. Nell'economia circolare è evidente che l'alleanza che bisogna costruire tra istituzioni, imprese, saperi e cittadini è determinante. Senza questa alleanza non si possono risolvere i problemi. Siamo qui per parlare di come le nostre imprese hanno interpretato il tema dell'economia circolare e come intendono farlo oggi e nel futuro. I cittadini sono un segmento dell'economia circolare e politiche come la raccolta differenziata, con cui non può esserci un buon rapporto se alla base non c'è un buon rapporto con le istituzioni, sono una necessità per contrastare la crisi climatica e avviare la transizione verde. Ma sono anche una straordinaria opportunità per costruire un'economia più a misura d'uomo e per questo più in grado di affrontare il futuro”. 

Ha fatto dunque benissimo l’Unione Europea ad indirizzare le risorse del next generation EU e larga parte del bilancio comunitario 2021-2027, per mettere in sicurezza le comunità e rilanciare l’economia, su coesione-inclusione, transizione verde, digitale - ha continuato Realacci -. Con l’obiettivo di azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2050. L’Italia può dare un contributo importante a questa sfida in tanti settori in cui è già protagonista a partire dall’economia circolare che ci vede raggiungere risultati doppi rispetto alla media europea e molto superiori a quelli di tutti i grandi paesi. E' possibile aumentare almeno di 7 milioni di tonnellate il risparmio annuo di CO2 entro il decennio”.

La filiera di carta e cartone (con un tasso di utilizzo della carta da riciclare che sfiora il 60% e un indice di riciclo degli imballaggi dell’80%) è uno degli attori principali della transizione ecologica del paese - ha affermato Carlo Montalbetti, Direttore Generale Comieco -. Nell’ottica del recovery fund può certamente fare di più per assorbire l’incremento atteso della raccolta differenziata di carta e cartone, la cui crescita è stimata in circa 800.000 tonnellate nei prossimi anni, e ridurre e valorizzare gli scarti di lavorazione industriale (arrivando a recuperare fino al 90% della fibra cellulosica), con una conseguente crescita occupazionale di tutto l’indotto. Le azioni che potranno essere sostenute coerentemente dal PNRR riguarderanno il potenziamento degli impianti per il trattamento e riciclo, da nord a sud (incrementando il tasso di utilizzo fino al 65%-70%), la spinta digitale, il passaggio da gomma a ferro di una parte della logistica e la creazione di nuovi bio-materiali riciclabili a base cellulosica”.

Al dibattito, coordinato dall’architetto e giornalista PPAN Paola Pierotti, hanno partecipato: Catia Bastioli, Amministratore Delegato Novamont; Duccio Bianchi, Fondatore Ambiente Italia; Innocenzo Cipolletta, Presidente ASSONIME; Carlo Montalbetti, Direttore Generale Comieco; Girolamo Marchi, Presidente della Federazione Carta e Grafica; Maria Cristina Piovesana, Vicepresidente Confindustria con delega alla sostenibilità; Luca Ruini, Presidente Conai; Francesco Starace, Amministratore Delegato Enel; Patrizia Toia, Vicepresidente Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia Parlamento Europeo, e Roberto Cingolani, Ministro della Transizione Ecologica.

Ci troviamo a commentare questo ottimo studio sull'economia circolare, in particolare applicato alla filiera cartaria, che Symbola ha appena emesso - ha raccontato Francesco Starace, Amministratore Delegato di Enel -. Un aspetto di questo studio da sottolineare riguarda lo sfatare un luogo comune spesso accomunato all'Italia, ovvero il fatto che l'Italia abbia una sua virtù, un suo comportamento virtuoso in termini di economia circolare, perché è un Paese povero di materie prime e si è dovuta ingegnare in questo campo. E' solo parzialmente così. C'è anche una governance fatta bene che ha spinto l'innovazione nella direzione giusta. L'esempio dei consorzi cartari, e in generale della carta, è solo uno dei tanti esempi, se non uno dei più eclatanti. Ciò è importante se si considera che l'opportunità e lo sforzo dell'UE, nei confronti dell'efficienza e dell' economia circolare, ci da l'opportunità di accelerare in un territorio in cui siamo decisamente all'avanguardia rispetto ad altri. Una cosa che come Enel ci sta a cuore è vedere come, nell'equivalenza tra materiali riciclati o riusati e l'energia, sia abbastanza importante il caso italiano”. 

I dati presentati sono molto eloquenti, 44 milioni di tonnellate di materiali ri-usati, riciclati, sono l'equivalenza di 23 milioni di tonnellate di petrolio, o ancora meglio di 63 milioni di tonnellate di CO2 evitati e non immessi nell'ambiente - ha continuato Starace -. Lo studio di Symbola spiega che sono l'85% di tonnellate di CO2 che tutta la produzione elettrica italiana emette in un anno. E' un quantitativo importante. Fa vedere che se si spingesse ancora un po' su questo fronte si potrebbero risparmiare altri 7 milioni di tonnellate di CO2 emessi nell'ambiente. Dal punto di vista energetico l'economia circolare equivale a un'economia efficiente. Un'economia efficiente è un'economia ambientalmente più responsabile e molto più sostenibile andando avanti. C'è una diretta relazione tra l'efficienza energetica e la circolarità della nostra economia. Noi di Enel puntiamo anche sulle opportunità di formazione all'interno di tutta la nostra base fornitori, per aiutarli ad avanzare nel campo della circolarità, e siamo con loro sia in fase di formazione di capacità e di approfondimento di innovazione, sia come regole di ingaggio, quindi all'interno dei nostri bandi di gara ci sono formule che premiano il contenuto di sostenibilità e di circolarità del singolo fornitore. E' un modo per far vedere a tutti quanto essere circolari aiuta, viene premiato e conviene. E' un percorso molto lungo, la circolarità totale è ancora molto lontana, ma l'esempio della carta dimostra come e quanta strada si possa fare se viene messa in piedi una governance intelligente e innovazione a fattor comune all'interno delle filiere. Su questo siamo impegnati come Enel e vorremmo che avvenisse in molte altre filiere”.