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Eni con le associazioni degli Armatori per decarbonizzare il settore marittimo

di Francesca Biasone

Ricci (Eni): "Il settore marittimo è fondamentale per la competitività dell’Italia e per sperimentare la neutralità tecnologica"

Eni, presentato il documento “La rotta verso il net zero. Insieme per decarbonizzare il settore marittimo” in collaborazione con Assarmatori e Confitarma

Il settore marittimo rappresenta la spina dorsale dell’economia globale: basti pensare che ogni giorno più di 100mila navi mercantili trasportano 12 miliardi di tonnellate di merce all’anno. In Europa il trasporto marittimo muove circa il 75% del commercio extra-europeo e il 36% dell’intra-EU. A livello mondiale il 90% delle merci è trasportato via mare e si stima che le emissioni ad effetto serra generate pesino per circa il 3% sul totale mondiale delle emissioni climalteranti. È per questo che il settore ha bisogno di attuare soluzioni che dapprima contengano e infine azzerino il proprio impatto sull'ambiente in termini di emissioni di CO2, per consentire agli armatori di allinearsi agli stringenti target fissati dalla Commissione europea, nonché agli obblighi definiti a livello internazionale dall’International Marine Organization (IMO).

In questo contesto, Eni ha presentato oggi a Roma il documento "La rotta verso il net zero. Insieme per decarbonizzare il settore marittimo", sviluppato in collaborazione con Assarmatori e Confitarma, che conferma la volontà di Eni di cambiare il modo di produrre e consumare energia attraverso soluzioni energetiche innovative e alleanze efficaci con gli stakeholder. Tale documento di lavoro delinea dunque le strategie di breve, medio e lungo termine per arrivare ad azzerare le emissioni, a partire dall’analisi dell’evoluzione tecnologica dei motori e dalla disponibilità, anche in termini di infrastrutture, di vettori energetici a ridotta intensità carbonica. Il documento ha visto il contributo di tre delle più grandi aziende produttrici di motori navali, Wärtsilä, WinGD e MAN Energy Solutions, oltre a Unem, Federchimica/Assogasliquidi, Assocostieri e RINA (che ha supervisionato il lavoro di 40 esperti che dal marzo scorso hanno lavorato insieme per elaborare una strategia comune).

Certamente i vettori energetici disponibili sono molteplici (HVO, FAME, GPL, GNL e le sue soluzioni bio e rinnovabili, metanolo, ammoniaca, carburanti sintetici e idrogeno) ma la loro applicazione è condizionata da una serie di variabili come la mancanza di infrastrutture, la disponibilità delle materie prime o da richieste specifiche del territorio. Una soluzione a portata di mano è rappresentata però dai biofuel: grazie all'incontro di quest'oggi è emersa la volontà di realizzare sin da subito dei casi pilota, che consentirebbero di soddisfare i target europei e di garantire la competitività, tenuto conto di un naviglio mondiale con un’età media di poco sotto ai 22 anni che, a seconda della tipologia di attività, ha tempi di sostituzione molto diversi.

I produttori di motori sono pronti a realizzare soluzioni ad hoc per le diverse tipologie di combustibile. Per i nuovi ordini, al momento, gli armatori si stanno orientando sia verso motori mono fuel, in via sperimentale anche con la cattura a bordo della CO2 per il GNL o con tecnologie che possano catturare il carbonio in forma solida, sia verso motori dual fuel, che utilizzano vettori liquidi o gassosi anche bio, metanolo e nel lungo termine ammoniaca e idrogeno.

Nel corso del suo intervento Giuseppe Ricci, Direttore Generale Energy Evolution di Eni, ha sottolineato: “Il settore marittimo è fondamentale per la competitività dell’Italia e anche per sperimentare la neutralità tecnologica attraverso l’adozione di numerose soluzioni per favorire una transizione equa, secondo le tre dimensioni: ambientale, economica e sociale. Come Eni crediamo molto in questo progetto, esempio inclusivo di collaborazione tra tutti gli attori del settore, che per noi rappresenta solo un primo passo sia per promuovere soluzioni già mature come i biofuels che sperimentare soluzioni più di lungo termine”.

Aver lavorato insieme a questo progetto, congiuntamente a Eni e a diversi altri qualificati attori, è un’ulteriore prova del fatto che gli armatori sono in prima linea per la decarbonizzazione del trasporto marittimo, pronti a fare quanto in loro potere in quest’ottica. Tuttavia è bene ribadire che quando si parla di combustibili alternativi è fondamentale il contributo dell’industria di terra per l’individuazione del fuel, per la sua produzione e infine per lo stoccaggio nei porti, la distribuzione e la messa a bordo della nave. Su questo ci aspettiamo molto anche per rispettare le stringenti normative nazionali, comunitarie e internazionali in materia di sostenibilità ambientale”, hanno dichiarato Mario Mattioli, Presidente di Confitarma e Stefano Messina, Presidente di Assarmatori.

A presenziare e intervenire durante la tavola rotonda: Giuseppe Ricci, Direttore Generale Energy Evolution Eni, Lapo Pistelli, Direttore Public Affairs Eni, Mario Mattioli, Presidente Confitarma e Federazione del Mare, Stefano Messina, Presidente Assarmatori, Ugo Salerno, Chairman-CEO RINA, Pasquale Lorusso, Vice Presidente Confindustria con Delega all’Economia del Mare, Luigi Giardino, Capo Reparto Sicurezza della Navigazione e Maritime Security, Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto–Guardia Costiera, Enrico Credendino, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Stefano De Marco, General Manager, Sales-Business Development SEAF Wärtsilä, Marina Barbanti, Direttore Generale Unem, Silvia Migliorini, Direttore Federchimica/Assogasliquidi e Maurizio Maugeri, Head Sustainable B2B Coordination, Energy Evolution di Eni.