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Intesa Sanpaolo, risultati: utile balza a € 6,1 mld, +85% rispetto al 2022

di Redazione Corporate

Si rafforzano le iniziative per favorire l’inclusione finanziaria, sociale, educativa e culturale: circa 13,5 miliardi di credito sociale tra il 2022 e il 2023

Intesa Sanpaolo chiude i primi 9 mesi del 2023 con un utile netto in crescita dell'85,3% a 6.1 milioni di euro

Il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo ha approvato in data odierna il resoconto intermedio consolidato al 30 settembre 2023. I risultati dei primi nove mesi del 2023 confermano la capacità del Gruppo Intesa Sanpaolo di generare una redditività sostenibile anche in contesti complessi grazie al modello di business ben diversificato e resiliente, con un utile netto trainato dagli interessi netti che ha raggiunto 6,1 miliardi di euro.

Carlo Messina, Consigliere Delegato e CEO Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: "I primi nove mesi del 2023 di Intesa Sanpaolo sono la dimostrazione della nostra capacità di proseguire nello sviluppo di una banca dalla profittabilità elevata e sostenibile, promotrice del più importante progetto per la coesione sociale nel Paese, impegnata nel disegnare le nuove strategie di leader europeo. Ne traggono e ne trarranno rilevante beneficio tutti gli stakeholders. Nei primi nove mesi dell’anno la crescita dei ricavi da interessi ha reso possibile un deciso aumento della redditività, di conseguenza i dividendi maturati sono pari a 4,3 miliardi di euro, dei quali 2,6 miliardi saranno pagati il 22 novembre come interim dividend. La nostra banca risulta la prima in Europa quanto a dividend yield; è da sottolineare che di questi circa il 40% è destinato alle famiglie italiane e alla Fondazioni nostre azioniste, consentendo importanti interventi di carattere sociale nei territori di appartenenza".

"La stima di utile netto 2023 si colloca oltre i 7,5 miliardi; le previsioni per il 2024 e 2025 sono di un utile netto superiore a quello del 2023. Le imposte dirette e indirette sostenute nei nove mesi sono pari a 4 miliardi di euro, ciò comporta un aumento di 1,1 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2022, con un incremento del beneficio apportato dai risultati di Intesa Sanpaolo al bilancio pubblico", ha continuato Messina. "Il credito a medio e lungo termine erogato in Italia nel semestre sfiora i 30 miliardi di euro; le aziende da noi sostenute nel ritorno da temporanee difficoltà alla normale operatività sono 2.800 nei nove mesi, con beneficio nella salvaguardia dei posti di lavoro. Consapevoli del forte impatto causato dall’inflazione, abbiamo dato la possibilità di sospendere o rimodulare mutui e prestiti, concedendo erogazioni a tassi agevolati e permettendo rateizzazioni a tasso zero; la cifra stanziata a favore di imprese e famiglie è di 30 miliardi di euro".

"È pienamente operativa isybank, elemento qualificante del nostro Piano d’Impresa che ci colloca all’avanguardia in termini di offerta interamente digitale alla nostra clientela. I clienti passati da Intesa Sanpaolo a isybank sono circa 300.000, con un indice di soddisfazione assai elevato, così come è positiva l’adesione a isybank di oltre 50.000 clienti provenienti da altre banche. Negli anni la nostra Banca ha sviluppato un modello unico caratterizzata da: la consolidata forza commerciale delle divisioni al servizio di famiglie e imprese, uno sviluppo di rilievo delle attività del wealth management, un’offerta digitale tecnologicamente avanzata, la gestione delle attività internazionali improntata all’efficienza. Tutto ciò non solo ci consente di trarre benefici dal contesto attuale, ma garantirà resilienza e redditività negli scenari futuri", ha commentato Messina.

"È per questo che Intesa Sanpaolo si colloca ai vertici del settore in Europa e ricopre un ruolo di rilevanza unica nel nostro Paese, a beneficio della crescita economica e di una società più inclusiva. Con la giornata organizzata a Brescia abbiamo voluto rappresentare il nostro ruolo di istituzione al servizio del Paese. Sostenere con 1,5 miliardi di euro l’impegno per il sociale entro il 2027 – in aggiunta al miliardo del periodo 2018 - 2021 – significa promuovere una società più equa in modo strutturale e concreto; i mille professionisti della Banca coinvolti nei diversi progetti e le risorse investite ci posizionano a pieno titolo come la principale istituzione in Italia e ai vertici mondiali per impatto sociale; un obiettivo presente in maniera definita nel Piano di Impresa 2018-2021 e ulteriormente potenziato in quello in corso con 50 milioni di interventi entro il 2025", ha continuato il CEO di Intesa Sanpaolo.

"A garanzia di questo nostro impegno verso la comunità, che nasce dalla visione di chi ha plasmato il Gruppo, in particolare il Presidente emerito prof. Giovanni Bazoli, ho voluto dar vita a una nuova unità organizzativa dedicata - Intesa Sanpaolo per il Sociale – che avrà sede a Brescia, un territorio generoso, storicamente portato verso la solidarietà e verso il progresso civile. Sono convinto che questo impegno, possibile grazie ai nostri risultati e alla nostra solidità, contribuisca ad alimentarli e a consolidare la nostra leadership a livello europeo. Le parole di incoraggiamento espresse dal Pontefice nel suo messaggio mi rendono profondamente grato e commosso".

"L’impegno per il Paese nasce dalla comunità di Intesa Sanpaolo e dalle sue 100mila persone. In una situazione caratterizzata da un forte aumento del costo della vita, non solo confermiamo l’intenzione di procedere con l’aumento richiesto di 435 euro mensili per il 2024 ma vogliamo anticipare entro la fine del 2023 gli incrementi retributivi a valere sul quarto trimestre dell’anno, procedendo anche al ripristino della base piena di calcolo del TFR, in attesa degli esiti della contrattazione nazionale di settore. La tutela dell’occupazione rimane la nostra priorità assoluta, anche nel contesto a forte spinta tecnologica. La qualità professionale delle nostre persone è il fattore chiave per raggiungere risultati solidi e sostenibili a favore di tutti gli stakeholder: a loro va il nostro grazie", ha concluso il CEO Messina

Il solido andamento economico e patrimoniale dei nove mesi si è tradotto in una significativa creazione di valore per tutti gli stakeholder, fondata anche sul forte impegno ESG del Gruppo: in particolare, circa 4,3 miliardi di euro di dividendi maturati (di cui circa 2,6 miliardi in distribuzione come acconto dividendi in novembre), 4 miliardi di euro di imposte generate e aumentate di circa 1,1 miliardi di euro rispetto ai primi nove mesi del 2022 per effetto della crescita degli interessi netti che ha trainato l’aumento di circa 2,8 miliardi di euro dell’utile netto, espansione del programma cibo e riparo per le persone in difficoltà (oltre 32 milioni di interventi tra il 2022 e i primi nove mesi 2023), rafforzamento delle iniziative per contrastare le disuguaglianze e favorire l’inclusione finanziaria, sociale, educativa e culturale (circa 13,5 miliardi di euro di credito sociale e rigenerazione urbana tra il 2022 e i primi nove mesi 2023), contributo pari a circa 1,5 miliardi di euro di costi complessivamente nel quinquennio 2023- 2027 al supporto di iniziative per far fronte ai bisogni sociali (già incluso pro-quota nelle prospettive di utile netto per il 2023-2025).

Intesa Sanpaolo registra: risultato corrente lordo in crescita del 67% a 10.072 milioni di euro, da 6.032 milioni dei primi nove mesi del 2022; risultato della gestione operativa in aumento del 36,8% rispetto ai primi nove mesi del 2022; proventi operativi netti in crescita del 19% rispetto ai primi nove mesi del 2022;  costi operativi in aumento dello 0,7% rispetto ai primi nove mesi del 2022; elevata efficienza, con un cost/income al 41,9% nei primi nove mesi 2023, tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee; costo del rischio dei primi nove mesi del 2023 annualizzato a 28 centesimi di punto (da 70 nel 2022, 30 se si escludono gli stanziamenti per l’esposizione a Russia e Ucraina, per overlay e per favorire il de-risking, al netto del rilascio a valere sulle rettifiche generiche effettuate nel 2020 per i futuri impatti di COVID-19), con un ammontare di overlay pari a 0,9 miliardi di euro.

Lo stock di crediti deteriorati a fine settembre 2023 (°°), rispetto a fine dicembre 2022, diminuisce del 5,3% al netto delle rettifiche di valore e dell’1,4% al lordo; l’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è pari all’1,2% al netto delle rettifiche di valore e al 2,4% al lordo. Considerando la metodologia adottata dall’EBA, l’incidenza dei crediti deteriorati è pari all’1% al netto delle rettifiche di valore e all’1,9% al lordo. 

Al 30 settembre 2023, deducendo dal capitale circa 4,3 miliardi di dividendi maturati nei primi nove mesi, il Common Equity Tier 1 ratio a regime è risultato pari al 13,6% senza considerare circa 120 centesimi di punto di beneficio derivante dall’assorbimento delle imposte differite attive (DTA), di cui circa 25 nell’orizzonte compreso tra il quarto trimestre 2023 e il 2025, rispetto a un requisito SREP - comprensivo di Capital Conservation Buffer, O-SII Buffer e Countercyclical Capital Buffer . Impatti negativi regolamentari pari a circa 80 centesimi di punto nei nove mesi. Impatto negativo pari a circa 30 centesimi di punto della deduzione dal capitale volontaria riguardante il calendar provisioning effettuata nel secondo trimestre per i successivi riflessi positivi in termini di riduzione del requisito Pillar 2 e di minore costo del rischio nel 2024-2025 rispetto alle originarie previsioni del Piano di Impresa 2022-2025.