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Povertà energetica, JTI Italia porta "Energia in periferia" in Umbria
Fronteddu (JTI): "Per noi favorire la sostenibilità dei territori nei quali operiamo è un aspetto centrale del fare impresa"
In questo quadro drammatico, che spinge a trovare soluzioni a breve oltre che medio termine per supportare nell’immediato le persone che già vivono situazioni di grave difficoltà e per scongiurare il rischio di un sempre maggiore coinvolgimento della popolazione nel fenomeno, il progetto “Energia in periferia” mira a fornire un sostegno concreto, coinvolgendo non solo il Banco dell’energia, ma anche enti non profit, soggetti accademici e aziende private, in un’ottica di networking che permetta di dare un contributo tangibile e duraturo alle comunità delle periferie colpite. “Energia in periferia” Umbria ha infatti visto la collaborazione, oltre che di Banco dell’energia e JTI Italia, anche di Banco Alimentare e Adiconsum, dell’Unione Nazionale Consumatori e delle associazioni Caritas Gubbio e Banco di solidarietà Gualdo Tadino.
La fase finale dell'iniziativa sarà dedicata a misurare l’impatto e l’efficacia del progetto attraverso un questionario di monitoraggio demografico, mirato ad analizzare il tessuto sociale in cui il programma si inserisce e a effettuare una valutazione dei risultati. Le informazioni raccolte in forma anonima saranno utilizzate dal Banco dell’energia per produrre, con il supporto dell’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica, una fotografia del contesto in cui l’iniziativa si è sviluppata e dell’impatto generato, perché diventi una best practice replicabile in altri contesti di fragilità.
Il Presidente di Banco dell’energia, Marco Patuano, ha così commentato in vista della conferenza di presentazione del progetto “Energia in periferia” - Umbria: "È motivo di orgoglio per il Banco dell’energia inaugurare un nuovo importante progetto per contribuire a sostenere attivamente le famiglie umbre che vivono nel quotidiano la difficoltà di non potere accedere pienamente all’energia. In questa fase storica, con la diffusione del telelavoro e della didattica a distanza, non avere la corrente non significa solo non poter fare una doccia calda ma anche non poter lavorare o non poter garantire gli studi ai propri figli. Con questa attività entriamo in quei territori dove il fenomeno della povertà energetica negli ultimi anni è cresciuto esponenzialmente influendo sulla parità di condizione tra le famiglie italiane. Un’iniziativa che rientra nel più ampio progetto 'Energia in Periferia' e attraverso la quale rafforziamo il nostro impegno per contrastare una situazione che genera disuguaglianze".