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"Semestri di Presidenza" Elis, così i Ceo supportano lo sviluppo della società
La Luiss ha ospitato l’evento dedicato a tre “Progetti di Semestre” guidati da Marco Sesana (Generali Italia), Walter Ruffinoni (NTT DATA) e Marco Alverà (Snam)
“CEO MEETING ELIS - Una Bussola per orientarsi nel Nuovo Mondo. Un Timone per non perdere la rotta” in streaming dalla Luiss
Nei momenti di difficoltà e rinnovamento, le imprese non possono lasciare sole le istituzioni e sono chiamate a scendere in campo al loro fianco. L’incontro “CEO MEETING ELIS - Una Bussola per orientarsi nel Nuovo Mondo. Un Timone per non perdere la rotta”, ospitato da Luiss Business School, ha reso centrale questa idea in cui lo scopo dell’impresa è contribuire allo sviluppo della società e risolvere problemi come l’inclusione sociale (le disuguaglianze, la povertà educativa, la dignità del lavoro) e la sostenibilità ambientale.
“Stiamo tracciando una rotta insieme ai CEO delle grandi aziende del Consorzio ELIS - ha affermato Pietro Cum, Amministratore Delegato di ELIS -. Vogliamo favorire un dialogo ampio e costante, che orienti la responsabilità delle imprese verso la comunità e le persone. I Semestri di Presidenza si susseguono con obiettivi distinti, ma uniti dalla volontà di investire sulla creazione di valore sociale. Questa è la rotta, a noi tutti la responsabilità di seguirla. Gli amministratori delegati di oltre 100 aziende, hanno costruito una bussola per una nuova rotta verso un diverso modo di intendere l’impresa al di là del profitto, un’impresa che si prenda cura del valore sociale che riesce a creare nella comunità in cui esiste”.
"Si tratta quindi di promuovere altri obiettivi, come equità, promuovere la diversità e l’inclusione, trattare in modo etico con gli stakeholder, sviluppare nuove competenze per un mondo in rapida evoluzione, rispettare l’ambiente e molto altro - ha dichiarato Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School -. Qui nessuno può negare l’importanza di questi fattori. Sulla sostenibilità c’è tanto in corso. Nei nostri Consigli di Amministrazione abbiamo ormai quasi sempre dei comitati per la Sostenibilità, che di sicuro è un passo avanti importante. Eppure ancora molto c’è da fare”.
Il Progetto di Semestre Smart Alliance riceve il testimone dal Semestre precedente Mindset Revolution, che sotto la presidenza di Generali Italia ha visto le aziende del Consorzio ELIS confrontarsi sulle sfide del cambiamento a cui sono chiamate. “Con il programma ‘Mindset Revolution’ abbiamo voluto potenziare una nuova cultura digitale, inclusiva, che abbia al centro la “persona”, rilanciando una partnership forte tra scuola, università, comunità e aziende - ha commentato Marco Sesana, Country Manager & Ceo Generali Italia e Global Business Lines -. Il nuovo programma ‘Smart Alliance’ coglie un punto centrale anche per Generali che è quello di trasformare il luogo di lavoro in un luogo di relazione e benessere in cui, attraverso contaminazione, co-creazione e apprendimento, si contribuisca a creare valore per le persone. Stiamo vivendo una fase delicata, per le aziende ma anche a livello sociale. L’uso di una bussola ci deve aiutare, sì per guardare al futuro, ma ci deve servire anche per assicurarci che le disuguaglianze del presente diminuiscano sempre più. Dobbiamo quindi far funzionare la “bussola sociale” all’interno e all’esterno dell’azienda. Oltre al focus sul presente, è importante avere chiaro il percorso: per noi di Generali Italia la missione, come assicuratori, è proteggere la vita delle persone. Ognuno quindi, per le competenze che ha, deve riuscire a focalizzarsi sul ‘cosa’ ma anche sul ‘come’ agire. La bussola, in ultima analisi, serve quindi ad avere prospettiva e ancora una volta, una rete di Ceo che fa questo può essere molto più efficace di una azienda che agisce da sola".
Sul finire della prima parte dell'evento, alcuni CEO delle più importanti imprese italiane sono stati invitati a rispondere ad un sondaggio sullo scopo dell’impresa e a commentarne i risultati.
“Un’azienda può benissimo decidere di lavorare solo per il profitto e magari andare molto bene per qualche tempo, poi nel tempo la gente si chiede qual è lo scopo di quell'azienda e perché deve rimanere lì - ha spiegato Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel -. Dipende soltanto da qual è l’orizzonte da guardare. Noi apparteniamo a un’azienda che viene da lontano e pensa di andare lontano, quindi non si misura in tempi brevi. Siamo anche una prova vivente del fatto che puoi benissimo guardare il bene della società in cui lavori e cercare di essere molto sostenibile e nello stesso tempo guadagnare, le due cose non sono affatto in contrapposizione".
“Il tema di mettere un limite al CEO Pay Ratio (rapporto tra la retribuzione del CEO e la retribuzione media dei lavoratori) dipende da molti motivi - ha detto Maximo Ibarra, CEO Sky Italia -. Mettere un limite per elevare l’engagement delle persone? Credo che la risposta alla domanda di questo sondaggio sia no (68% contro il 31% dei sì dal sondaggio) perché se un CEO fa bene il suo mestiere e riesce a raggiungere i suoi obiettivi in maniera etica e responsabile, facendo crescere sia l’azienda che gli stakeholder e dando un valore aggiunto alla società, allora non dovrebbe esserci l’esigenza o la necessità di parlare di un limite. Però è altrettanto vero che ci sono degli equilibri da rispettare e siamo in un contesto che non riguarda solo l’AD, ma tutti gli stakeholder. Allora probabilmente un limite andrebbe messo. Il che non significa che debba essere un limite perentorio o penalizzante, ma andrebbe visto come un’indicazione di buonsenso. Se ci sono differenze elevatissime che aumentano di anno in anno, questo può essere considerato negativo, perché è come se l’AD pensasse solo alla propria agenda di arricchimento”.
"Non credo che le aziende abbiano come unico fine quello di fare profitti - ha commentato Maria Patrizia Grieco -, però non credo neanche che stiamo parlando di filantropia cioè di aiuti di tipo sociale, nel senso che secondo me il concetto di sostenibilità è molto più pervasivo di quello che dovrebbe essere l’attività d’impresa, e francamente lo vediamo anche nella situazione che stiamo vivendo. E’ una situazione sostenibile il tema della pandemia, il modo in cui governi, industrie stanno gestendo il tema dei vaccini? Io non credo che sia sostenibile, sta rompendo degli equilibri sociali e sappiamo che quando questi equilibri sociali si rompono, si rompono anche i sistemi in cui operano le imprese. Per questo credo sia importante ragionare non soltanto nel breve termine, ma nel medio-lungo termine, proprio perché le imprese non possono più remunerare soltanto il capitale investito, devono remunerare i molti capitali che hanno intorno a loro: il capitale umano, il capitale dei fornitori, il capitale delle comunità, il capitale ambientale, è per questo che si parla di fattore ESG”.
"Io credo che il profitto non possa essere l’unico scopo dell’impresa - ha dichiarato Maria Bianca Farina, Presidente di Poste Italiane -. Va affermato con sincerità che il profitto è insito nell’attività di impresa e sarebbe illogico pensare a un’azienda non interessata a creare profitto. La remunerazione appropriata del capitale tramite il profitto è la condizione indispensabile per l’esistenza dell’impresa stessa. Io sono convinta che solo un’azienda profittevole può generare valore in senso più ampio, anche sociale, quindi il profitto a mio giudizio deve essere un obiettivo per fare impresa, ma non solo. L’etica del profitto non può essere uno slogan, deve rappresentare una guida per ciascun manager e imprenditore. Creare valore economico è fondamentare per dare e darsi valore sociale. Sotto questo profilo devo dire che per fortuna vedo sempre meno imprenditori con l’incapacità di guardare oltre il profitto".
Una seconda parte dell'evento è stata totalmente dedicata al Progetto di Semestre Smart Alliance: trenta aziende dei settori telecomunicazioni, energia, trasporti, finanza e alimentazione parteciperanno a questa prima fase di sperimentazione, della durata di sei mesi, per condividere spazi e creare uffici a chilometro zero. Il progetto Smart Alliance raccoglie le aziende del Consorzio ELIS intorno all’obiettivo di condividere spazi di lavoro diffusi, dotati di tecnologie, prenotabili con un App che permetterà d’individuare con un click quello più vicino e più adatto all’attività in agenda. La sperimentazione coinvolgerà cinque città in tutta Italia: Milano, Roma, Napoli, Trapani, Catania. 300 “pionieri” formeranno in tutto la comunità interaziendale e intergenerazionale che accederà ai nuovi spazi per lavoro individuale, meeting e iniziative tese a promuovere condivisione di esperienze e creatività.
“Dallo scoppio della pandemia da Covid-19 stiamo assistendo a una vera e propria trasformazione del mondo del lavoro - ha spiegato Walter Ruffinoni, Amministratore Delegato di NTT DATA Emea e Italia, che presiede il nuovo Progetto di Semestre -. Da parte di imprese e lavoratori è aumentata la consapevolezza di trovare nuove modalità di lavoro e nuove forme di utilizzo degli spazi. Oltre ad un buon equilibrio tra vita privata e professionale, è necessario considerare gli uffici come luoghi di relazione in cui favorire lo scambio creativo alla base di qualsiasi innovazione. Nell’ambito di questo progetto ci sono stati degli incontri bellissimi. Personalmente ne sono uscito molto arricchito da tanti bei confronti su questa idea di chiedere aiuto a tutte le aziende del consorzio per fare qualcosa di buono per il nostro Paese e per uscire da questa pandemia più forti. Di idee ne sono arrivate tante, c’è una coscienza di aver preso parte di quello che è il più grande esperimento della storia delle corporation”.
"Abbiamo detto sì allo smart working, ma abbiamo riaperto appena possibile i nostri uffici, anche se con un 10% di presenza, allo scopo di dare alle persone uno sfogo di socialità che stando a casa manca - ha dichiarato Nicola Monti, Amministratore Delegato di Edison -. Le statistiche di ricerca hanno dato un risultato di produttività quasi eccezionale, con la capacità di tutti di affrontare questa situazione di distanziamento. Quello che vogliamo fare è portare maggior benessere possibile nelle persone che dedicano otto ore della loro giornata all’ambiente di lavoro. Quindi ben venga il test del progetto, il concetto ha tantissimi aspetti positivi. C’è l’aspetto del personale, con un nuovo bilanciamento tra vita personale e quella lavorativa, l’aspetto ambientale, usare meno trasporti ed emettere meno CO2. Andiamo sicuramente verso una gestione migliore del tempo e un mondo più sostenibile. Un altro aspetto positivo è il rilancio dei quartieri, rigenerando spazi urbani, o dei borghi, o delle altre città che oggi non hanno le stesse possibilità”.
Una terza e ultima parte dell’evento è stato dedicata alla sfida collettiva per promuovere l’accesso delle ragazze alla cultura scientifica. Il prossimo 13 ottobre 2021 le sperimentazioni del Consorzio proseguiranno con il successivo Progetto di Semestre guidato dall’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà, che sarà dedicato ai temi della formazione e del rapporto scuola-lavoro, con particolare attenzione a promuovere la partecipazione di giovani ragazze ai percorsi scolastici e universitari dei settori tecnico-scientifici che rappresenteranno in futuro una quota sempre più importante delle opportunità di lavoro.
“Il progetto ‘Sistema scuola impresa’ che lanciammo due anni fa ha superato le nostre aspettative - ha raccontato Stefano Donnarumma, Amministratore Delegato e Direttore Generale Terna -. Ho sentito raccontare ad alcune colleghe donne professioniste coinvolte, con grandissimo entusiasmo e passione, che una delle cose più belle che avevano fatto nella loro vita era stato parlare agli studenti. Ho trovato, inoltre, molto stimolante che le aziende che si dovrebbero occupare di profitto si sono occupate di giovani e per un futuro nemmeno immediato. Giovani e STEM al femminile, credo che siano la ricetta vincente per un futuro migliore. Su dieci ruoli tecnici, sette o otto sono gli uomini e due o tre le donne. Quindi ci stiamo perdendo evidentemente un’occasione. Stiamo perdendo massa critica. Sul profilo umano del coinvolgimento del lavoro si possa dare ancora di più”.
“Siamo onorati di questa presidenza che viviamo con molta responsabilità e con la convinzione che si procede a continuare quanto già fatto soprattutto con Stefano sul suo progetto scuola - ha spiegato Marco Alverà CEO Snam -. Con questo progetto c’è una continuità con il Semestre precedente, ma c’è anche una continuità rispetto al lavoro avviato insieme tre anni fa. Quale migliore investimento, anche per chi vuole solamente inseguire il profitto, se non investire sul futuro e sui giovani? Abbiamo tante lacune importanti in Italia da colmare, su tanti fronti. E abbiamo anche una gigantesca opportunità di creazione di valore. Ragazze e ragazzi con altissimo potenziale che non sono nel mondo del lavoro e dell’accademia rappresentano una perdita sociale ed economica per il Paese. In Snam abbiamo inserito nello statuto la parità di genere e che abbiamo uno scopo che non è solo quello dei profitti, ma anche quello di trasferire le nostre competenze al sistema, per ispirare il mondo verso un’energia più sostenibile. E’ chiaro che per farlo abbiamo bisogno di molte più donne che abbiano studiato materie scientifiche”.