Economia
Macquarie,Oper Fiber prende ancora tempo. Balletto negoziale che rafforza Enel

La società copartecipata da Cdp ed Enel prende ancora tempo. "Rinvio di gradimento" per l'ingresso nel capitale da parte del fondo australiano. Rumors
La lingua italiana, si sa, è ricca di sfaccettature. Diversamente da altri idiomi più “pratici”, come l’inglese, il nostro è sicuramente in grado di rappresentare sfumature, doppi sensi, scale di grigi. Dunque, il cda di Open Fiber riunitosi oggi, nell’esprimere il “rinvio del gradimento” al nuovo azionista Macquarie, ha di fatto trovato le parole più giuste per rappresentare un unico concetto: prendere tempo. La trattativa con il fondo infrastrutturale australiano, tra i più importanti al mondo, va avanti ormai da mesi e sembrava che la conclusione fosse stata trovata già a dicembre.
L’accordo prevedeva una cessione di una quota tra il 40 e il 50% della partecipazione di Enel in Open Fiber per una cifra che oscilla tra 2,12 e 2,65 miliardi. L’eventuale quota residua, fino al 10%, andrebbe a finire a Cdp che diventerebbe così azionista di controllo. Tutti contenti, anche perché Enel realizzerebbe in questo modo una bella plusvalenza: si parla addirittura di 2,2 miliardi, per una società che ha un indebitamento di 16 miliardi.
Ma allora perché non si chiude? A quanto risulta ad Affaritaliani.it, l’ulteriore proroga era per certi versi già attesa, tanto che Francesco Starace in una call agli analisti aveva detto che si sarebbe concluso il processo entro la fine del 2021. Il 18 marzo, infatti, diceva che si aspettava una conclusione in settimane, mesi. C’è anche il tema della governance che deve essere risolto. Ma intanto si registrano posizioni diverse anche in merito alla rete unica: il ministro Giorgetti si è detto favorevole, mentre il titolare dell’innovazione tecnologica, Colao, ha già dichiarato che l’importante è essere “veloci”, aprendo alla neutralità tecnologica.
Ma per partire con il progetto su cui fondano le speranze di una robusta ripresa economica sulla scorta dei miliardi del Pnrr, bisogna ancora aspettare la definizione dell’assetto societario. E i punti principalmente sono tre: quale sarà la percentuale assegnata a Tim di AccesssCo, la società deputata a realizzare la rete unica? Che parere darà l’Europa all’operazione? Quanta parte di Open Fiber sarà in capo a Cdp?
Anche quest’ultimo punto è tutt’altro che banale. La Cassa, infatti, ha iscritto a bilancio per 496 milioni di euro la partecipazione del 50% in OF. Ma se si decidesse di rilevare un ulteriore tassello dell’azienda guidata dal tandem Bassanini-Ripa, questo andrebbe fatto ai valori di mercato stabiliti da Macquarie e accettati da Enel: dunque, parliamo di una cifra che potrebbe arrivare fino a 520 milioni.
(Segue...)