Economia

Open Fiber, governance per gli investimenti. Su cosa trattano Cdp e Macquarie

di Marco Scotti

Le richieste di Macquarie e una trattativa vicina alla definizione. Gli australiani vogliono essere sicuri che gli investimenti vengano fatti e anche in fretta

Quelli tra Tim e Open Fiber, e soprattutto tra Bassanini e Luigi Gubitosi, non sono esattamente idilliaci. L’amministratore delegato dell’ex-Sip ha di fatto accusato OF di non aver rispettato i patti sulle cosiddette zone bianche. Bassanini ha invece mostrato il timore per un possibile ritorno al monopolio di Tim soprattutto sul tema delle connessioni internet veloci. E se il nuovo assetto di Open Fiber fosse il prodromo della rete unica, con l’ex-Sip dentro, ci sarebbero molti spigoli da limare. 

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Il presidente di Tim Salvatore Rossi e il Ceo Luigi Gubitosi

Se dovesse essere confermato l’assetto di AccessCo – in cui confluirebbero FiberCop e Open Fiber - bisognerebbe decidere chi sarebbe il soggetto deputato a fare da capofila. Tim già da tempo si è candidata, ma il ministro Giancarlo Giorgetti ha raffreddato la pista, sostenendo di non gradire troppo un asset così strategico in mano a un’azienda che ha come primo azionista una compagine francese. 

In tutto ciò, quello che Affaritaliani.it può riferire è che sia Cdp che Macquarie stanno continuando un dialogo proficuo per trovare le migliori soluzioni dal punto di vista della divisione delle competenze e dei nomi da inserire nel cda. Dal momento che entrambi i soggetti stanno per mettere mano al portafoglio, vogliono essere garantiti sul futuro della società e soprattutto sulla possibilità che gli investimenti vengano fatti e anche abbastanza in fretta.

Insomma, per citare Manzoni – che nei suoi Promessi Sposi, al tredicesimo capitolo, metteva in bocca questa frase al Gran Cancelliere di Milano Antonio Ferrer – “Adelante, con juicio”. È il ritmo a cui procede la trattativa. Una marcia lenta ma che procederà, senza scossoni, fino a destinazione.