Economia
Pensioni quota 100: uffici vuoti, danni alle donne e benefici per elettori Pd
Beffa per Salvini: i maggiori beneficiari di quota 100 si trovano tra gli elettori del Pd. Pensioni news
Danno per gli uffici, ostacolo per la parità di genere, strumento a beneficio soprattutto di elettori del Pd. Una beffa per la Lega di Matteo Salvini, che ha proposto la misura e la difende. E' questa l'inattesa fotografia di Quota 100 che esce da un rapporto Inps i cui risultati sono raccontati dal Corriere della Sera. "Quota 100 è stato un sussidio netto ai ceti benestanti (che hanno scelto questa opzione più della media degli aventi diritto). In termini economici, potrebbe aver nuociuto all’efficienza dei settori essenziali a contatto con il pubblico: è da lì che si è registrato un vero e proprio esodo in piena pandemia", scrive Federico Fubini.
In termini di parità di genere, è stato un trasferimento netto di risorse dalle donne (che hanno aderito di meno) agli uomini (che hanno aderito di più). "E in termini politici, ha beneficiato più elettori prevalentemente del Partito democratico (pubblico impiego, redditi medioalti) grazie ai contributi versati dagli elettori prevalentemente della Lega (autonomi, addetti dell’agricoltura), scrive il Corriere.
PENSIONI: CGIL, ANTICIPATA CON 41 ANNI CONTRIBUTI COSTA 1,242 MLD EURO NEL 2022
A proposito di pensioni, quella anticipata con 41 anni di contribuzione prevedono un costo massimo nel 2022 pari a 1 mld 242 milioni che diminuisce negli anni successivi (nel 2023 pari a 1mld 292 mln di euro, nel 2024 pari a 1mld 115 mln di euro, nel 2025 pari a 975 mln di euro, nel 2026 pari a 851 mln di euro). E' quanto segnala una analisi dell'Osservatorio sulla Previdenza della Cgil e della Fondazione Di Vittorio. Nell'analisi viene stimato il costo di tale intervento tenendo anche conto dell'esperienza di 'Quota 100' che ha ampiamente dimostrato che, in un sistema misto, non tutti coloro che possono accedere al pensionamento anticipato decidono effettivamente di utilizzare questa possibilità. E questo avverrà in misura sempre maggiore nei prossimi anni essendo il sistema contributivo molto più incentivante alla permanenza al lavoro. "L'analisi - spiega Ezio Cigna, responsabile Previdenza pubblica della Cgil nazionale - stima i costi dell'accesso al pensionamento con 41 anni di contribuzione a partire dal 1 gennaio 2022, tenendo conto solo di quelli derivanti della quota retributiva, unica componente che può essere considerata come un costo aggiuntivo, visto che la parte contributiva sarebbe solo un'anticipazione di spesa''.