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Economia
Pensioni rivalutazione straordinaria nel 2023: ecco a chi e i veri aumenti
(foto Ipa)

Pensioni, rivalutazioni assegni nel 2023: Inps e adeguamento all'inflazione (non per tutti)

Pensioni e rivalutazione degli assegni: cosa dobbiamo aspettarci al prossimo biennio? Secondo la legge di bilancio nel 2023 e 2024 i criteri saranno meno generosi rispetto al presente. La rivalutazione non si applicherà in modo progressivo (come nel 2022) ma sull’intero trattamento pensionistico lordo e con fasce di perequazione diverse: sette fasce a seconda dell’importo del trattamento pensionistico. Ci sarà l'adeguamento pieno del 100% all'inflazione del 2022 ( (+7,3%) per le pensioni fino a 4 volte il minimo, pari a 2.101,52 euro lordi mensili. Le nuove fasce dunque come si diceva sono complessivamente meno generose per gli assegni pensionistici superiori a quattro volte il minimo. Qualche esempio. Una pensione di 3.000 euro lordi al mese al 31 dicembre 2022 avrà una rivalutazione del 3,869%, cioè 116 euro al mese mentre con le vecchie regole l’aumento sarebbe stato di 208 euro al mese. Una pensione di 6.000 lordi al mese dal 31 dicembre 2022 avrà 140 euro di aumento (sarebbero stati 373 euro con il vecchio conteggio). Tornando alle fasce: le pensioni oltre le 4 e fino a 5 volte il minimo avrano una rivalutazione del 6,205%, quelle da 5 a 6 volte il minimo del 3,869%, tra 6 e 8 volte siamo al 3,431%, tra 8 e 10 volte del 2,701% e infine oltre 10 volte 2,336%.

Pensioni rivalutazione straordinaria: il caso delle pensione minima sopra i 75 anni

Discorso a parte per le pensioni minime per i pensionanti di età pari o superiore a 75 anni che nel 2023 avranno una rivalutazione straordinaria del 6,4% che porterà il minimo a 600€ al mese. Ma sarà temporanea. Andiamo nel dettaglio. Chi ha una pensione non superiore al trattamento minimo (525,38€) potrà avere  una rivalutazione straordinaria dell’1,5% che porterà l’assegno minimo a circa 572 euro al mese (valida per tutto il 2023, tredicesima compresa). Per i pensionati di età non inferiore a 75 anni l’aumento sarà del 6,4% grazie al quale, come annunciato dal Governo, si può raggiungere la teorica cifra di 600 euro al mese. Si diceva della temporaneità: aumenti transitori che varranno per il solo 2023, senza incidere sulle prestazioni collegate al reddito.

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