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Economia
Philips, apparecchi sanitari pericolosi: è bufera sul big tecnologico olandese
Frans van Houten, amministratore delegato di Philips

L’avviso di sicurezza legato ai dispositivi i-Level PAP, CPAP e ventilatori meccanici

Per comprendere il caso Philips riavvolgiamo il nastro e analizziamo quanto accaduto. Lo spiega nel dettaglio il sito online Creatoridifuturo.it  "È il 14 giugno del 2021 quando Philips – dopo aver scoperto un potenziale rischio per la salute legato ad alcuni propri dispositivi CPAP (PAP a due livelli e di ventilazione meccanica) utilizzati per il trattamento dell’apnea notturna e dell’insufficienza respiratoria – pubblica un avviso volontario di sicurezza (avviso di sicurezza 2021-05-A e avviso di sicurezza 2021-06-A) per mitigare i potenziali rischi per la salute legati, appunto, alla schiuma fonoassorbente presente in alcuni dispositivi del segmento Sleep & Respiratory Care". 

"Questa sostanza, utilizzata per attutire il rumore del motore dell’apparecchio, e che visivamente si presenta appunto come una schiuma compatta di colore scuro, tenderebbe, nel tempo, a “sbriciolarsi”, disperdendo particelle e micro-particelle nel tubo utilizzato dai pazienti per respirare, i quali – inevitabilmente – inalerebbero i frammenti di schiuma, con rischi potenziali, pare anche gravi, per la propria salute". 

"Nell’avviso di sicurezza l’azienda affermava: "La sicurezza dei pazienti è la nostra priorità e ci impegniamo a fornire il massimo supporto a pazienti, fornitori di apparecchiature medicali durevoli (DME), distributori, partner per l’assistenza domiciliare e medici per l’intero processo di correzione. Durante l’implementazione dell’azione correttiva per questo richiamo, forniremo indicazioni e condivideremo procedure per fare in modo che tutti abbiano a disposizione le informazioni più aggiornate e accurate. Ti ringraziamo per la pazienza mentre ci impegniamo a ripristinare la tua fiducia". 

"L’azione è rientrata nel piano di gestione da parte dell’azienda di potenziali rischi per la salute causati da alcuni dispositivi largamente distribuiti per trattare difficoltà respiratorie, come ad esempio l’apnea del sonno, rilevati anche da studi e approfondimenti promossi dalla stessa Philips, in relazione ai reclami ricevuti dagli utenti (0,03% nel 2020), una percentuale tutto sommato bassa rispetto ai milioni di apparecchi di questo tipo venduti a privati, cliniche ed ospedali pubblici, ma comunque tale da sollevare un campanello di allarme". 

"In particolare, l’irritazione delle vie aeree locali (dovuta al particolato rilasciato dalla schiuma) o il potenziale rischio cancerogeno (dovuto ai componenti organici più piccoli e volatili) sono stati considerati un potenziale rischio per la salute: pertanto, Philips ha deciso di pubblicare volontariamente un avviso di richiamo per informare pazienti e clienti di potenziali impatti sulla salute e sull’uso clinico, nonché per condividere le istruzioni sulle azioni più opportune da intraprendere". 

"L’azienda ha inoltre intrapreso un’azione proattiva su due fronti: un’indagine approfondita circa le conseguenze legate all’inalazione delle particelle di schiuma, e il ritiro e sostituzione dei dispositivi difettosi".  "Una gestione – a prima vista – impeccabile: a seguito del rilevamento di un problema tecnico vengono messe in campo una serie di azioni utili per meglio tutelare la salute dei pazienti ed informare il personale medico sanitario". 

Il plot-twist dell’FDA: mancanza di trasparenza o semplice inadeguatezza nella gestione del rischio?

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