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Economia
Pnrr, Draghi s'impantana sui bandi green: dopo Colao primi guai per Cingolani
Roberto Cingolani  Mario Draghi 

Morale? Gli imprenditori del riciclo carta, che hanno raggiunto con 10 anni di anticipo gli standard fissati dall’Ue, chiedono a Draghi di intervenire, perché “il rischio è che i bandi per la realizzazione di progetti faro finalizzati per l’economia circolare vadano deserti”, mentre invece bisogna, a loro avviso, ammettere tutte quelle iniziative che “garantiscono una migliore efficienza dell’attività di riciclaggio, ed evitare di richiedere sforzi irraggiungibili a livello tecnologico”.

Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, Unirima punta alla proroga per il bando di almeno un mese rispetto alla scadenza ormai vicinissima del 14 febbraio. In effetti, sono appena 22 le domande finora presentate per il recupero di carta e cartone, secondo i dati Invitalia che coadiuva il ministero nella gestione delle istruttorie. E si ritiene peraltro che possano essere comprese molte cartiere, mentre pochi progetti riguarderebbero gli impianti veri e propri.

Se invece i criteri fossero allentati e resi coerenti con le norme europee, si stima che le candidature potrebbero arrivare a quota 600. In ballo, va detto, c’è un contributo per iniziativa che arriva fino al 35% dei costi ammissibili e che può essere aumentato del 20% per le piccole imprese e del 10% per le medie, mentre le risorse totali del Pnrr per i progetti faro di economia circolare sono pari a 600 milioni.

Fondi che in realtà arrivano a 2,1 miliardi se si considerano entrambe le linee di investimento, la 1.1 e la 1.2. Ma i problemi non riguardano solo carta e cartone. A inizio febbraio, sempre secondo Invitalia, erano state presentate 548 domande in relazione agli avvisi del ministero della Transizione ecologica, tuttavia poche prevedono la realizzazione di nuovi impianti e soprattutto rischia di non venir rispettato il fatidico vincolo 60-40 per la ripartizione delle risorse tra Centro-Sud e Nord.

Altro nodo critico, questo, per il Pnrr e ancora una volta per i tecnici di Mario Draghi, se si considera che l’Ufficio parlamentare di bilancio ha messo nel mirino il ricco bando da 3 miliardi del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, per la realizzazione di asili nido e scuole per l’infanzia.

Secondo l’autorità indipendente, infatti, non hanno “alcun apparente fondamento” e sono del tutto “discrezionali” i criteri adottati per rispettare il paletto del 40% dei fondi al Meridione, con particolari penalizzazioni per Campania e Sicilia. Insomma, il governo sarà anche ‘dei migliori’, ma buona parte del Recovery non sta partendo sotto i migliori auspici.

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