Economia
"Renzi come Berlusconi", taglio delle tasse col trucco

di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
"E' pura fantasia. L'Italia non ha la pianta fabbrica soldi. Per riuscire a trovare gli oltre 21 miliardi di euro e centrare gli obiettivi fiscali del 2016, Renzi potrebbe solo posporre i problemi in avanti. Proprio come facevano Berlusconi e Tremonti". Carla Ruocco, uno dei membri del Direttorio del M5S e vice presidente della Commissione Finanze della Camera, commenta ad Affaritaliani.it gli annunci di sabato sulla manovra fiscale che il governo intende mettere in cantiere per il prossimo anno.
L'INTERVISTA
Come valuta l'annuncio del presidente del Consiglio Matteor Renzi di voler togliere dal 2016 la tassa sulla prima casa, l’Imu agricola e sugli imbullonati? Ce la farà, visto che per mettere in cantiere questi interventi e sterilizzare anche le clausole di salvaguardia serviranno oltre 21 miliardi di euro?
"E' pura fantasia. L'Italia non ha la pianta fabbrica soldi. Il nostro Paese ha perso la potestà monetaria da quando ha aderito all'euro".
Il commissario per la Spending review Yoram Gutgeld, però, ha assicurato che almeno 10 dei 21 miliardi, se non di più, che servono per il 2016 arriveranno dal meccanismo della revisione della spesa pubblica. Il resto delle risorse affluirà dalla crescita dell'economia e dal margine che esiste tra il deficit in rapporto al prodotto interno lordo ora previsto e quello che potrà diventare per favorire la ripresa pur senza oltrepassare il 3%...
"Neanche una deroga corposa del patto di Stabilità e crescita europeo consentirebbe a Renzi di tirare fuori i miliardi per coprire, assieme alla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia, i target fiscali che si è prefissato per il prossimo anno. Non si tratta di uno zero virgola che poi alla fine è soltanto spostare in avanti sull'anno successivo per poi riscontarlo con gli interessi. L'Italia dovrebbe sconfessare totalmente il Patto di stabilità, il Fiscal Compact e tutto quello che non consente al nostro Paese di fare gli investimenti".
Ma i tecnici dello staff di Renzi sembrano confermare la fattibilità degli impegni presi sabato dal premier...
"Penso che dalle sparate di Renzi gli stessi tecnici ne abbiano tratto un grande imbarazzo, perché poi devono suffragare con fatti per far quadrare il cerchio dei meri annunci che lui va sparando durante il fine settimana. Credo che la coperta sia corta. Anche perché la crescita vera del Pil non c'è. Le banche hanno ancora i bilanci pieni zeppi di sofferenze e non stanno erogando maggiore credito alle imprese. Il Sud è in disfacimento e il divario fra Nord e Mezzogiorno è aumentato. Non siamo di fronte a una ripresa strutturale dell'economia da cui sarà possibile poi trarre quel gettito sufficiente a sostenere la manovra fiscale per il prossimo anno. I dati parlano da soli. C'è soltanto il contributo esogeno e qualche 'fruscio burocratico' sul mercato del lavoro dovuto al Jobs Act".
Quindi Renzi in sede di elaborazione della prossima legge di Stabilità sarà costretto a rimangiarsi gli impegni...
"Il premier potrebbe posporre i problemi in avanti".
E cioè?
"Potrebbe riuscire ad ottenere dall'Europa una minima deroga al pareggio di bilancio, spostandolo in avanti per riuscire a centrare i target fiscali, caricando poi la legge di Stabilità successiva. Proprio come ha sempre fatto l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi".