Renzi nella Silicon in cerca di ispirazione. "Non vado per fare il fighetto"
Matteo Renzi: "Il rapporto tra le università e l'innovazione, e il messaggio positivo dell'innovazione. Senza di questo la Silicon Valley non esisterebbe"
"Il punto di questo viaggio è politico". "Dopo il referendum sembra che si sia tutto bloccato: si torna al proporzionale, si torna alle scissioni, si torna alle esperienze che vengono dal passato. Il che e' rispettabile, perche' lo avevamo detto che il referendum rappresentava un appuntamento importante e un nodo. Pero' mentre noi stiamo a discutere da tre mesi di come si fa il congresso del Pd, come si muove Sel, come Berlusconi e Salvini vanno d'accordo, fuori c'e' un'Europa che continua ad essere il punto fondamentale in un mondo che viaggia a una velocita' straordinaria. Allora ho cercato di togliermi dalle polemiche, anche perche' non sono piu' il presidente del Consiglio, e non sono piu' il segretario del Pd, in attesa del Congresso. Quindi ho deciso di andare un po' a rinfrescare la mente, cosi' come sono andato da solo a visitare Scampia e le periferie in Italia. Non sono venuto in California a fare il fighetto. Sto cercando di ossigenare il cervello, e in quattro e quattr'otto abbiamo messo su questa roba di due giorni e mezzo, incontrando Elon Musk di Tesla, Tim Cook della Apple, il fondatore di Airbnb, Stanford, la comunita' italiana".
Cosi' in un colloquio con La Stampa, l'ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi."Io - aggiunge - avevo iniziato la mia prima visita da premier negli Stati Uniti dalla West Coast, non da East. Stanford ad esempio e' un punto di riferimento fondamentale per il rapporto tra le universita' e il lavoro, le universita' e le aziende. Nessuna delle grandi compagnie della Silicon Valley che tutti conosciamo esisterebbe, se non ci fosse stata la straordinaria forza di Stanford e delle altre grandi universita'. Questo e' il tema che mi sta a cuore: il rapporto tra le universita' e l'innovazione, e il messaggio positivo dell'innovazione".
Renzi, che inquadra la sua riflessione nei cambiamenti epocali in corso spiega: "Oggi siamo in una fase in cui la gente vede l'innovazione come un pericolo, ma lo diceva anche quando Gutenberg aveva inventato la stampa, o all'epoca della rivoluzione industriale. Secondo me la rivoluzione digitale e' un passaggio simile a quelli, ed e' chiaro che nel breve periodo le preoccupazioni, in particolare del ceto medio, sono forti. Ma la scommessa per un paese deve essere quella di investire sul futuro, non evitarlo. Noi italiani abbiamo molti cervelli, alcuni anche qui, tranquillamente in grado di essere protagonisti del tempo che cambia".
Secondo Renzi "la risposta al populismo potrebbe stare nella crescita favorita dall'innovazione - risponde Renzi - a condizione che ci aggiungiamo un pezzo mancato anche nella mia narrazione: come garantire un sistema di protezione a chi si sente tagliato fuori. Qui non e' un argomento, perche' da un lato esistono comunque i numeri di Barack Obama che sono pazzeschi in termini di crescita economica, e dall'altro non c'e' la cultura del Welfare come da noi.
Pero' in Europa e in Italia c'e', e noi dobbiamo rivoluzionarla ancora. Quando viene proposto, ad esempio dai Cinque stelle, il reddito di cittadinanza a tutti, e' un messaggio sbagliato perche' favorisce il ripiegamento su se stessi. Posso anche non cercare lavoro, tanto ricevo comunque lo stipendio. Invece il messaggio deve essere: mettiti in gioco, provaci. Poi, se non ce la fai, io ti do' una mano. Non e' un reddito di cittadinanza per tutti, ma un paracadute per chi non ce la fa. In cambio fai formazione, lavori. Bisogna dare un messaggio di stimolo, di forza. Il punto e' come".