Economia

Rete Tim verso la cessione senza assemblea. Labriola-Vivendi: sfida legale?

Approvare la proposta di Kkr senza convocazione un assemblea farebbe però partire una serie di azioni legali da parte di Vivendi

Rete Tim: verso la cessione a Kkr senza assemblea. Si rischia la battaglia legale

Giornata decisiva per i consiglieri di Tim sul dossier della rete. Dopo il consiglio di amministrazione di venerdì durato 8 ore, il board ha continuato a esaminare, in una riunione tecnica iniziata sabato pomeriggio, l'offerta vincolante di Kkr per Netco, con l’ausilio degli advisor finanziari e legali. Al centro dell’analisi, la valutazione sul prezzo per l’intero asset e le modalità per l’eventuale approvazione della cessione, ovvero se sia sufficiente il via libera del board o se sia necessario ricorrere a un passaggio assembleare. Oggi è in calendario un’altra riunione del consiglio, che in teoria dovrebbe deliberare definitivamente. L’offerta di Kkr scade l’8 novembre, giorno in cui il gruppo approverà i conti dei primi 9 mesi dell’anno, anche se un rinvio alla prossima settimana della decisione per la rete sembra scongiurato. 

Come spiega la Stampa, "sul tavolo i consiglieri hanno diverse opzioni. La prima, supportata da 4 pareri legali, è quella di approvare la cessione della rete accettando l’offerta di Kkr senza convocare un’assemblea consultiva (ordinaria). Un’ipotesi che sicuramente vede favorevoli l’ad Pietro Labriola e il presidente Salvatore Rossi, convinti della legittimità e della linearità del percorso che ha portato all’operazione con il fondo americano".

Ma come scrive la Stampa, "approvare la proposta senza convocazione un assemblea farebbe però partire una serie di azioni legali da parte di Vivendi, primo azionista di Tim con il 24%, convinta della necessità di un passaggio in assemblea straordinaria, certa che la presenza del Mef nella cordata con Kkr avrebbe dovuto implicare una verifica da parte del comitato parti correlate e in più favorevole ad analizzare il piano alternativo presentato dal fondo Merlyn".

Non è l'unica opzione: i consiglieri potrebbero anche approvare l’offerta ma chiedere un parere in assemblea o addirittura passare completamente la palla facendo decidere direttamente agli azionisti. "Opzioni considerate possibili ma non probabili, anche perché gli advisor nel corso del cda di ieri, svoltosi in un clima sereno, avrebbero da un lato rassicurato i consiglieri sulla legittimità di un’approvazione in cda e dall’altro messo anche in guardia dai rischi potenziali derivanti dalla convocazione di un’assemblea, tanto che qualcuno spera di riuscire addirittura a firmare l’accordo lunedì mattina, poche ore dopo il voto del cda", sostiene la Stampa.