Economia
Rete Tim, Vivendi a Bruxelles: "Frettoloso il via libera del governo a Kkr"
L'autorità dell'UE è chiamata a verificare i dettagli della transazione e possibili questioni di concentrazione
Rete Tim, Vivendi a Bruxelles: "Frettoloso il via libera del governo a Kkr"
Vivendi intensifica la sua opposizione alla cessione della rete di Tim a Kkr, F2i e al Ministero dell'Economia, rivolgendo l'attenzione all'Unione Europea. La media company francese, che ha presentato ricorso in tribunale contro la vendita, ha scritto all'Antitrust di Bruxelles chiedendo di esaminare il ruolo del Mef nell'affare e, secondo alcune fonti, di valutare l'obbligo di notifica da parte del ministero. L'autorità dell'UE è chiamata a verificare i dettagli della transazione e possibili questioni di concentrazione.
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La mossa di Vivendi è strettamente legata al suo ricorso in tribunale, in cui contesta la mancata convocazione del comitato Parti Correlate di Tim. I francesi sostengono che questa convocazione sarebbe stata necessaria poiché il Mef controlla Cdp, detentore del 10% del gruppo telefonico. Vivendi, azionista di maggioranza relativa di Tim con il 24%, ha scritto una lettera all'Antitrust dell'Unione Europea chiedendo di esaminare il ruolo del governo italiano nella cessione della rete. Dopo la valutazione delle offerte, la vendita a Kkr è stata approvata, con il Tesoro italiano (con una quota del 20%) e F2i (con una quota del 10-15%) come partner nell'acquisto. Vivendi, nella lettera inviata il 18 gennaio, ha chiesto all'autorità di Bruxelles di prestare attenzione al coinvolgimento del Ministero dell'Economia nell'operazione di concentrazione.
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Nonostante il peso decisivo del Tesoro nelle trattative, Vivendi teme che il governo italiano non abbia chiarito sufficientemente il suo ruolo o lo abbia minimizzato. Si sospetta che il governo abbia intenzionalmente omesso informazioni e cercato di ingannare l'Antitrust dell'UE. Vivendi, fin dall'inizio, si è opposta alla cessione della rete di Tim, criticando le offerte per l'asset e contestando la decisione del consiglio d'amministrazione di approvare la vendita senza convocare l'assemblea dei soci.
Nonostante il rifiuto di commentare la lettera inviata all'Antitrust dell'UE, un portavoce di Vivendi ha ribadito che l'azienda difenderà i suoi diritti e il suo ruolo di azionista di maggioranza relativa. Inoltre, Vivendi si oppone alla riconferma dell'amministratore delegato, Pietro Labriola, che sta preparando una lista per l'assemblea di aprile.