Economia

Rumors: quel passo indietro dei Benetton dall'impero di famiglia...

Le voci si rincorrevano da un po'. Soprattutto dopo il riassetto del grande impero delle partecipazioni che fanno parte a Edizione Srl, la holding della famiglia Benetton che controlla da Atlantia ad Adr passando per il gruppo dei pullover colorati, Autogrill e Grandi Stazioni. Uno step, quello degli accorciamenti-dismissioni della catenza societaria, propedeutico al grande passo. Secondo alcuni rumors, confermati anche da ambienti veneti vicini alla famiglia di Ponzano, pare che i Benetton siano molto vicini al tesorizzare le proprie quote nei colossi delle infrastrutture e retail. Non è ancora chiaro se con una vendita totale oppure conservando delle partecipazioni di minoranza. Certo è che il controllo starebbe per passare ai capitali stranieri desiderosi di fare buoni affari in Italia.

Ci sono vari fattori che giocano i favore di questo cambio di scenario. Innanzitutto anagrafici: gli oltre 80 anni del capostipite Luciano e i 75 il fratello Gilberto (ci sono Giuliana del '37 e Carlo del '43), con il rampollo Alessandro che ha fatto un passo indietro da Benetton Group volendosi dedidare alla sua creatura 21 Investimenti, sembra che abbiano convinto i fratelli a trasformare il diversificatissimo gruppo in una specie
di fondo sovrano privato che investe i miliardi in pancia, ma senza restare in prima linea nella gestione operativa, come sta avvenendo ora nelle singole aziende partecipate.

In favore di questo piano che richiede tempo per gestire al meglio il passaggio delle quote (anche dal punto di vista della giusta valorizzazione) ci sono anche il graduale disimpegno di Gianni Mion, manager centrale e vero cervello che per 30 anni ha governato operativamente i destini delle vaste province dell'impero Benetton dalla plancia di comando della vecchia Edizione Holding.

Oltre ai motivi privati e anagrafico-familiari prima di tutto, ci sono anche quelli di natura economica. Dopo anni in cui le concessioni autostradali sono state rinnovate e prolungate senza gare in cambio di investimenti da effettuare con criteri di difficile individuazione, anche a fronte di sicuri aggiornamenti tariffari, pare che in Italia, con il governo Renzi, la musica stia per cambiare. Dopo che in Europa è già cambiata. Difficoltà anche nel settore delle infrastrutture aeroportuali dove, dopo una lunga battaglia con Palazzo Chigi sugli adeguamenti tariffari, i progetti di espansione si sono impantanati. Ostacoli che pare abbiano accelerato a Ponzano Veneto le decisioni di fare il grande passo. Indietro.