Economia

Salario minimo,il Recovery terremota il governo: nuovo fronte dopo Ddl Zan-RdC

di Marta Barbera

Il presidente della Camera Fico riaccende i fari sulla questione in Italia: una battaglia targata M5S che esige un'azione comune. Il punto

Salario minimo, la proposta di legge dell'ex ministro del Lavoro Catalfo 

Ma oggi, a distanza di due mesi, a che punto siamo? L'ex Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo ha sottoposto al vaglio del governo Draghi il disegno di legge n° 2187: la norma, ancora in fase di discussione, introduce una disciplina sul salario minimo, mettendo come soglia minima di retribuzione 9 euro lordi l'ora.

A ciò si aggiunge la grande partita del Recovery Fund: tra i temi in campo  la garanzia di un salario minimo orario, i premi ai lavoratori e una rivisitazione della disciplinia degli ammortizzatori sociali. Nel 2022 quindi, sulla spinta del Piano nazionale di ripresa e resilienza, qualcosa potrebbe (forse) cambiare.

Salario minimo, le legislazioni effettive di Francia e Germania 

Intanto, però tocca fare i conti con l'Europa. L’Italia in tema di salario minimo si può definire di fatto un “fanalino di coda” dell’Unione, insieme ad Austria, Finlandia e Svezia. Più avanzate invece le legislazioni di Francia e Germania. In terra teutonica, ad esempio, la legge sul salario minimo arriva nel 2015, durante il terzo governo Merkel, che introduce una paga base di 8,5 euro l'ora. Anche qui la misura viene introdotta per colmare il gap dei contratti nazionali, non più in grado di tutelare le nuove forme di lavoro emergenti. 

Mentre in Francia il salario minimo esiste fin dagli anni settanta: il suo ammontare viene ricalcolato periodicamente con un meccanismo automatico vigilato dal governo. Il meccanismo dipende da diverse variabili e tenta di salvaguardare il potere d’acquisto dei lavoratori anche in caso di rincaro dei prezzi: al momento supera i 10 euro lordi e il 90% dei lavoratori risulta coperto anche dai contratti collettivi. 

Salario minimo, la direttiva europea 

Il Parlamento europeo da parte sua sta cercando di approdare a una formula comune. Solo sette giorni fa ha dato il via libera alla prima direttiva sul salario minimo: l'esame di Strasburgo si completerà a breve, con la sessione plenaria prevista tra il 22 e il 25 novembre, con una “procedura rapida”.

“La direttiva rappresenta un grande passo in avanti verso l’introduzione del salario minimo in Italia nonché uno straordinario strumento di lotta al dumping salariale e alla concorrenza sleale in Europa", ha sottolineato l'eurodeputata M5S Daniela Rondinelli, intervistata poco dopo il via libera da Affaritaliani.it. Insomma, il prossimo passo sarà  la vera occasione, in cui forze politiche, sindacali e imprenditoriali, in tutela dei lavoratori, dovranno fare squadra