Economia
Stellantis sempre più francese: Psa pronta a salire del 2,5%
La quota della famiglia Peugeot può salire dal 7,1% al 9,6%, mentre Exor non può aumentare la sua partecipazione
Stellantis sempre più francese: Psa pronta a salire del 2,5%
Non bastava un cda a trazione francese. Non era sufficiente un amministratore delegato scelto da Parigi. Non era abbastanza un top management a larghissima composizione transalpina. Né era sufficiente aver scelto gli standard francese, e non italiani, per la costruzione delle auto. E non era neanche abbastanza aver adottato la cassa integrazione nel nostro Paese ma non in Francia. No, la Stellantis del futuro sarà ancora meno italiana, con buona pace di una famiglia Elkann che pure sarebbe il primo azionista tramite la Exor ma che, coinvolta in beghe legali sull'eredità dell'Avvocato, sta progressivamente allentando la presa sul colosso automotive. E sì che un minimo di gratitudine ci vorrebbe nei confronti del nostro Paese che - all'epoca del governo Prodi - si inventò gli incentivi auto per evitare il collasso della Fiat.
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Invece, Stellantis potrebbe intensificare ulteriormente la sua identità francese, orientando così i propri interessi e strategie secondo le direttive del governo francese. Questo è quanto prevede il patto parasociale stipulato da FCA e PSA dopo la fusione dei due colossi nel 2021, dando vita al gigante Stellantis. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, questo accordo, ancora intatto dopo tre anni dall'unione, consente di rinegoziare le dinamiche interne. Attualmente, il rapporto di potere non è equilibrato, con l'ultima parola nelle decisioni chiave che, come evidenziato, è sempre stata quella del CEO Carlos Tavares, scelto direttamente da Parigi, senza opposizioni da parte di Torino.
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Inoltre, la strategia complessiva viene delineata oltre confine, come dimostrato dal declino della produzione automobilistica in Italia nonostante le promesse di riequilibrio. A rinforzare questa presa c'è anche la possibilità, prevista dagli accordi riservati, per PSA di aumentare la sua quota del 2,5%, una possibilità non concessa a Exor, attualmente bloccata al 14,2%. Teoricamente, la famiglia Peugeot potrebbe aumentare la sua quota dal 7,1% attuale al 9,6%, con un investimento significativo. Il governo francese (che detiene il 6,2%) non ha questa opzione, ma l'idea era stata discussa in passato, venendo poi accantonata per il consolidamento del rapporto di forza.
Il patto sottolinea l'impegno di Exor e della famiglia Peugeot nel lungo periodo come azionisti principali di Stellantis, garantendo stabilità al colosso automobilistico. Nell'accordo di fusione tra FCA e PSA, lo Stato francese era l'unico autorizzato a vendere una quota del 2,5% delle azioni, cosa che non è mai avvenuta, rafforzando la sua posizione nel tempo. Macron punta a posizionare la Francia come leader nel settore automobilistico europeo, considerando anche un'integrazione con Renault per raggiungere la supremazia continentale. Il momento attuale è cruciale per Stellantis, poiché si è aperta la finestra per cambiamenti nell'azionariato. Questo avviene esattamente tre anni dopo la fusione tra FCA e PSA, con la scadenza del vincolo di lock-up per Exor e la famiglia Peugeot.
Il patto parasociale è un accordo "leggero" sulla carta, che non vincola il voto degli azionisti, ma regola un dialogo costruttivo. In sostanza, Exor e Peugeot sono liberi di esercitare i loro diritti di voto in modo autonomo e indipendente. Tuttavia, rimane da vedere come si comporteranno in futuro riguardo alle decisioni strategiche, con Parigi che spinge per creare un campione europeo nel settore.